BITS-CHAT: La felicità grazie alle intemperie. Quattro chiacchiere con… Luca Gemma

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La ricerca della felicità è uno dei temi eterni nella storia degli uomini: da sempre la cerchiamo, ce la inventiamo, e quando ci sembra di averla trovata lei sparisce, rivelandosi un’illusione. E la ricerca riparte, instancabile.
Proprio sulla felicità Luca Gemma ha fatto ruotare il suo ultimo album, La felicita di tutti, perché non solo gli uomini, ma l’universo intero è continuamente mosso dal desiderio di afferrare quella chimera.
A cinquant’anni esatti dai grandi ideali di pace e amore professati dalla cultura hippie, il cantautore di Ivrea racconta in un album la sua concezione di felicità, tra rock, Beatles e inevitabili intemperie.
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Vorrei iniziare chiedendoti di parlare un po’ della scelta delle immagini sulla cover dell’album: si vedono persone, animali, personaggi di fantasia, frutti…

Un disco con un titolo al plurale aveva bisogno di molte immagini per celebrare la molteplicità e la diversità e le foto della fotografa GluLa erano perfette. Rappresentano simbolicamente quelli che vogliono essere felici e che trovi dentro le canzoni.
All’interno del disco si respira un’atmosfera un po’ “fricchettona”: a 50 anni esatti dalla nascita del movimento hippie, cosa è rimasto di quel periodo? Quegli ideali sono ancora proponibili nel mondo di oggi?
Il pacifismo, il rispetto dell’ambiente e la lotta alla disuguaglianza sociale sono nati con quella generazione di giovani che nel 1967 avevano 18, 20 anni. E’ un loro merito e lo slogan Peace And Love in un mondo fortemente dominato dal dio denaro avrebbe ancora il suo bel significato. Non si vede però una generazione disposta a rinunciare al proprio individualismo per una visione così altruistica del mondo. Sia chiaro, non lo è stata neanche la mia, che aveva 20 anni a cavallo tra gli anni ’80 e i ’90.
L’unica cover del disco è un brano di Caetano Veloso, Cajuina: a cosa è dovuta la scelta? E perché il testo è stato tradotto in italiano?
Io scelgo le canzoni in modo istintivo. Di Cajuina mi piace la sua struttura circolare e ripetuta e mi ha sempre colpito il suono del testo originale in portoghese brasiliano. Oltre al fatto che è molto poetico. Da lì è partita la mia sfida a scrivere un testo che rispettasse più il suono che il significato, pur stando dentro quel mood. Senza le parole in italiano non l’avrei cantata.
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Qua e là non è difficile scorgere tra i brani riferimenti ai Beatles: cosa hanno rappresentato in particolare per te?
Io i Beatles li ho scoperti relativamente tardi. Da adolescente e da ragazzo il loro suono non mi piaceva. Preferivo nettamente l’hard rock, la musica black e i cantautori degli anni ’70. Poi mi sono appassionato al beat con dischi come Aftermath dei Rolling Stones e anche in quel caso preferivo loro ai Beatles. Finalmente un giorno ho preso coscienza dell’immensità che rappresentano per chiunque si avvicini al rock e alla forma canzone. La gioia che mi danno alcuni loro dischi è un misto di emozione e piacere estetico e intellettuale che non finisce mai.
Nel brano che chiude il disco, Futuro semplice, auguri ai tuoi figli di mantenere sempre uno sguardo incantato sul mondo, agendo in totale libertà: tu oggi, da padre e soprattutto da adulto, pensi di essere riuscito a seguire questi ideali? Quanto la vita ti ha portato a ridimensionare le tue aspettative?
Accorgersi della bellezza e non dare nulla per scontato è ciò che ti tiene vivo e io credo tutto sommato di riuscirci ancora, nonostante le intemperie. A volte è proprio grazie alle intemperie che te ne accorgi.
In definitiva, secondo te la felicità è un’utopia o è una meta che possiamo davvero raggiungere?
La felicità di tutti è certamente un’utopia in un mondo sempre più pieno di disuguaglianza, ma è giusto pensare e fare in modo che le cose cambino. Quella individuale è fatta di momenti e bisogna farsi trovare pronti. E ognuno ha il compito di trovare il modo che gli si addice di più.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Pensare con la propria testa in un mondo in cui le sollecitazioni sono così tante e continue da distrarti da ciò che pensi con la tua testa. Tenere a bada queste distrazioni e non esserne in balìa è una forma di ribellione perché vuol dire abdicare al ruolo di consumatore vorace di oggetti e sentimenti, ovvero quel ruolo che è stato assegnato a ciascuno di noi. Bisogna saper andare al nocciolo dei propri desideri.

Reunion delle Spice Girls: (forse) ci siamo…

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La reunion delle Spice Girls è qualcosa che nel tempo ha preso dei contorni quasi leggendari: dopo il Greatest Hits del 2007, i successivi concerti, e l’apparizione per la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra nel 2012, le voci di un ritorno delle cinque ragazze inglesi si sono a lungo rincorse, senza mai portare a nulla. 

Almeno fino a oggi. Stando alle nuove indiscrezioni trapelate sulla stampa inglese, in particolare sul Sun, pare proprio che l’accordo ci sia e che il gruppo tornerà sulle scene nel 2018, con un album (o una nuova raccolta, questo è da definire) e uno speciale televisivo.
A rendere il tutto ancora più appetitoso ci sarebbe il fatto che la nuova reunion vedrebbe coinvolte tutte e cinque le Spice, compresa Victoria, che negli anni è sempre stata la più restia a prendere parte a nuovi progetti con le altre.
L’idea del ritorno sarebbe partita questa volta da Mel C, spinta dal traumatico (e dispendioso) divorzio di Mel B da Stephen Belafonte e dalla nascita del figlio di Geri.
Visti i precedenti, conviene aspettare conferme da fonti più accreditate prima di sobbalzare dalla gioia, ma intanto la speranza gongola…

Farruko live ai Magazzini Generali di Milano il 7 dicembre

FARRUKO - 7 DICEMBRE
Giovedì 7 dicembre
Farruko arriva a Milano per un imperdibile concerto live presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16).

Il celebre cantautore portoricano, seguito da milioni di sostenitori sui social, presenterà al pubblico italiano i suoi più grandi successi 
Apprezzato per la sua grande versatilità musicale e interpretativa, ha dimostrato il suo talento nella maggior parte dei sotto-generi della musica urbana come reggaeton, rap, hip-hop, r’n’b e il trap latino, che lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Sean Paul, Balvin J, Nikki Jam e molti altri.
L’ultima sua produzione è TrapXficante.
La tappa milanese sarà l’occasione per scatenarsi sulle note dei suoi più grandi successi come il brano 6AM con J Balvin passando per il più recente Sunset
I biglietti per l’evento sono già disponibili in prevendita su www.mailticket.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.

#MUSICANUOVA: Jovanotti, Oh, vita!

Jovanotti - Oh, vita!
Un ritorno così difficilmente lo si poteva immaginare, e invece Jovanotti coglie tutti di sorpresa e torna alle origini, a quell’hip hop che lo aveva reso famoso negli anni ’90, e che negli ultimi lavori aveva ceduto il posto a un pop decisamente variegato.

Oh, vita! vede Lorenzo lavorare insieme a un gigante della produzione come Rick Rubin, che ha messo il marchio all’intero album in uscita il 1 dicembre.
Un inno alla vita senza troppi segreti, semplice e chiaro, accompagnato da un video che ripercorre i luoghi in cui Lorenzo è vissuto e cresciuto.

La badante: chi è il gruppo che ha portato Aldo Busi in un videoclip?

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Chi si celi dietro a La badante è al momento un mistero.

Quel che è certo è che per il loro singolo d’esordio, Parole d’amore, sono riusciti a convincere uno come Aldo Busi a prestare volto e movenze per il video, in cui il fumantino scrittore si cimenta addirittura in un convincente lip sync.
Ma Busi non è il solo volto noto che gira attorno al progetto di La badante: all’inizio del video è infatti l’iconica Mara Maionchi a chiarire direttamente al cantante in una telefonata tra il serio e il faceto il motivo che spingerebbe un artista a nascondere la propria immagine.
Parole d’amore farà parte di un album, L’amore è una cosa borghese, in arrivo prossimamente: conterrà otto tracce, con riadattamenti di canzoni dei Fangoria, un duo di synth-pop conosciutissimo in Spagna e attivo dalla fine degli anni Ottanta, ma quasi del tutto sconosciuto qui in Italia.
A questo punto, non resta che aspettare nuovi sviluppi….

#MUSICANUOVA: Fil Bo Riva, Head Sonata (Love Control)

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La storia discografica di Fil Bo Riva ha avuto inizio nel 2016 con la pubblicazione dell’EP If You’re Right It’s All Right, a cui sono seguiti mesi frenetici di musica e live sparsi qua e là per l’Europa.

D’altronde, lui le radici in un posto non è mai stato abituato a metterle. Nato a Roma 25 anni fa, Filippo Bonamici ha vissuto in un collegio maschile di frati in Irlanda, per poi spostarsi a Madrid e Berlino, dove ha capito che forse la sua strada ideale poteva essere quella della musica. L’incontro con Felix A. Remm e Robert Stephenson gli ha quindi permesso di fare il suo esordio con una manciata di brani tra rock, folk e blues, con un’anima grezza e viscerale.
La formula funziona, e il nome di Fil Bo Riva inizia a girare qua e là underground europeo.
Oggi, dopo un anno intenso e memorabile, Fil Bo Riva torna con un nuovo singolo, Head Sonata (Love Control), primo capitolo di un primo vero e proprio album: “Se l’EP era la fotografia di un’idea, quello che stiamo cercando di costruire con l’album è un vero film. È un processo fatto di accumulazione di istanti e sensazioni e, dato che tutti noi abbiamo il culto della forma dell’album, ci stiamo prendendo il tempo necessario per dargli la giusta forma”. 
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E a proposito del titolo, racconta: “Il titolo Head Sonata doveva essere solo provvisorio. Il pezzo è stato costruito intorno a un riff di chitarra suonato da Felix: quando lo sentii per la prima volta mi girò letteralmente la testa e pochi minuti dopo mi ero segnato questo titolo, di cui semplicemente mi piaceva il suono. Queste due parole riuscivano a tradurre l’idea della canzone, così come si era formata nella mia mente. Per qualche mese non ha avuto nemmeno un testo, poi a un certo punto mi è arrivato un lampo di ispirazione: ho scritto anche le parole e la canzone era finalmente realizzata”.
Questo autunno Fil Bo Riva e la sua band apriranno i concerti europei dei Milky Chance, compresa la data italiana del 3 dicembre al Fabrique di Milano, quindi torneranno a Berlino per finire le registrazioni del disco.

#MUSICANUOVA: Galeffi, Occhiaie

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Galeffi
è un cantautore attivo sulle scene da un anno, forse neanche.
Arriva da Roma, ma la sua musica ha profumi diversi, sembra arrivare da qualche sotterraneo d’Europa, con una buona dose di familiarità con l’attitudine del britpop.

Tra le sue passioni, il calcio, il cinema e, non a caso, i Beatles.
Il suo esordio discografico è in programma per il 24 novembre, quando uscirà Scudetto, il suo primo album.
Ad anticiparlo è il singolo Occhiaie, ottimo esempio di una scrittura fatta di dettagli quotidiani – come una tazza di caffè, delle occhiaie e del polistirolo – disincantata e surreale.
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Questa la tracklist del disco:
Occhiaie
Polistirolo
Tazza di te
Potter / Pedaló
Quasi
Camilla
Puzzle
Pensione
Burattino
Tottigol

BITS-RECE: Miley Cyrus, Younger Now. Polvere di stelle… e di country

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Dai martelli e dalle palle da demolizione ai completini in stile Elvis tempestati di brillocchi. Estremizzando, è stata più o meno questa la svolta compiuta da Miley Cyrus nell’arco di questi ultimi quattro anni: a dir la verità, in mezzo c’è stato anche un passaggio vagamente psichedelico, ma è stato poco più di una parentesi di cui in pochi si ricordano, perché l’ultima immagine che avevamo in testa dell’ex Hannah Montana era una ragazza in biancheria seduta su una wrecking ball intenta a leccare un martello piangendo sulla fine di una storia d’amore.
Era il 2013 e quel video ha fatto abbastanza parlare da consacrare finalmente Miley tra le schiere delle lolite del pop, strappandola definitivamente a ogni residuo Disney.
Adesso però succede che Miley spiazza tutti: tolte le provocazioni e indossato qualche vestito in più, la ragazza del Tennesse se ne esce con un album, Younger Now, che sembra nato dai sassi della terra di Nashville, tanto odora di folk e di country. Che la direzione fosse questa lo si era vagamente capito già dalla primavera, con l’arrivo di Malibu e poi soprattutto con Younger Now, il pezzo che dà il titolo all’album, e la conferma è arrivata dall’ascolto di tutto il resto dell’album. Stop al pop facilone e iper-elettro, dunque, e spazio a una nuova era fatta di suoni più scarni, che partono dal country, per sfiorare il rock’n’roll.
A dare la sua benedizione c’è pure Dolly Parton, madrina di Miley e leggendaria istituzione del country, in un duetto affiatato sulle note solari di Rainbowland. Ma in realtà è tutto il disco ad avere un profilo convincente, perché Miley il country lo sa fare, su questo non ci sono dubbi, e la scelta di compiere una sterzata del genere non è meno coraggiosa di farsi riprendere mezza nuda a leccare un martello.
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In Younger Now sembra perfettamente a suo agio, anche senza il bisogno delle maschere degli ammiccamenti o del fondoschiena shackerato con fare birbantello. Basterebbe segnalare pezzi come Inspired, She’s Not Him, e soprattutto la titletrack, una piccola gemma di freschissima gioia sonora, un manifesto di giovinezza eterna, un inno al cambiamento come possibilità.

Il pop del nuovo album è figlio dell’America delle leggende dei decenni passati, delle strade arroventate e polverose, della malinconia sognante e amorosa che da sempre marchia l’anima del country, dei suoni ruvidini. Allontanatasi dai riflettori glitterati e peccaminosi, la ragazza si è presa uno spazio tutto suo e se lo è arredato su misura, probabilmente conscia dello stridore che questi nuovi suoni avrebbero prodotto con l’idea che di lei ci eravamo fatti un po’ tutti. E purtroppo gli esiti delle classifiche sembrano confermare una mancata sintonia con il pubblico, a rimarcare il fatto che anche quando fai un bel disco può sempre andarti così così.

Resta comunque il fatto che Younger Now si piazza tra le cose migliori e più genuine che Miley Cyrus ci abbia regalato da quando è diventata una super star. E va bene così.

SANREMO 2018: Ecco i 16 finalisti per la sfida delle nuove proposte.

Avranno un mese di tempo per farsi conoscere e per conquistare i 6 posti per accedere alla categoria Nuove Proposte della 68ᵃ edizione del Festival di Sanremo. Si tratta dei 16 finalisti di Sarà Sanremo, invece dei 12 previsti dal Regolamento, modificato su indicazione del direttore artistico Claudio Baglioni.

Dopo le audizioni dal vivo che si sono tenute nella sede della Dear a Roma, la Commissione musicale capitanata da Claudio Baglioni e composta da alcuni dei professionisti che realizzeranno la 68ᵃ edizione, Claudio Fasulo, Massimo Giuliano, Duccio Forzano, Massimo Martelli e Geoff Westley, ha selezionato i 16 brani che si sfideranno nella serata di “Sarà Sanremo”, in onda in diretta da Villa Ormond venerdì 15 dicembre alle 21.15 su Rai1.

Solo 6 di loro, a cui si aggiungeranno i 2 artisti provenienti dalla selezione di Area Sanremo, calcheranno poi a febbraio il prestigioso palcoscenico del Teatro Ariston. Venerdì 9 febbraio, nella penultima giornata del Festival di Sanremo, si conoscerà la canzone vincitrice della categoria Nuove Proposte.

“Quest’anno Sanremo darà grande spazio ai giovani – ha dichiarato Claudio Baglioni – Ne abbiamo valutati 650 e selezionati 68, invece di 60, dopo averli ascoltati tutti dal vivo. 68 come le edizioni del Festival: ‘un numero rivoluzionario’ come il ’68, la cui eredità positiva fu l’affermazione dei diritti e dei sogni della generazione giovani. Per questo abbiamo deciso di modificare il regolamento e portare alle fasi finali di dicembre, 16 e non 12 concorrenti (un terzo in più), di ogni tendenza e linguaggio. Scegliere è stato particolarmente difficile, perché le proposte e le voci erano tutte estremamente interessanti. Il mio augurio a questi ragazzi è che sorprendano voi, come hanno sorpreso noi”.

 
I 16 finalisti di Sarà Sanremo
 
MUDIMBI   (vero nome MICHEL MUDIMBI, nato ad Ascoli Piceno il  17/10/1986)
SANTIAGO  (vero nome MARCO MURAGLIA, nato a Brindisi il 12/08/1984)
MIRKOEILCANE  (vero nome MIRKO MANCINI, nato a Roma il 06/05/1986)
LORENZO BAGLIONI (nato a Grosseto il 22/09/1986)
ULTIMO (vero nome NICCOLO’ MORICONI, nato a Roma il 27/01/1996)
DAVE MONACO (nato a Brescia il 13/03/1996)
JOSE NUNES (vero nome JOSE KAHACK NUNES, nato in Portogallo il 15/11/1987)
DAVIDE PETRELLA (nato a Napoli il 06/08/1985)
NYVINNE (vero nome MIRELLA NYVINNE PINTERNAGEL, nata a in Lussemburgo il 06/03/1997)
IOSONOARIA (vero nome ILARIA CECCARELLI, nata a Milano il 10/03/1983)
GIULIA CASIERI  (nata a Sesto San Giovanni (MI) il 23/06/1995)
CAROL BERIA (vero nome CAROLINA BERIA, nata a Borgomanero (NO)  11/04/1999)
LUCHI (vero nome LUCIA CARMIGNANI, nata a Pisa 02/09/1997)
APRILE & MANGIARACINA –  (SILVIA APRILE nata a Napoli il 18/05/1987)
SADE FARINA MANGIARACINA nata a Castelvetrano (TP) il 28/02/1986)
EVA (vero nome EVA PEVARELLO, nata a Thiene (VI) il 04/04/1990)
ANTONIA LAGANÀ (nata a Reggio Calabria il 07/07/1991)