#MUSICANUOVA: Beatrice Antolini, Forget To Be

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Forget To Be rappresenta una condizione, quella del “dimenticarsi di essere” del non preoccuparsi abbastanza di comprendere chi si è veramente, andando oltre l’apparenza estetica, ma cercando nel cuore, nella propria realizzazione che spesso comporta molta fatica e dolore. L’evitare il dolore significa evitare la propria crescita e la propria realizzazione, perché tanto nel mondo dei social media possiamo sembrare molto appagati di noi stessi, nascondendo il vuoto profondo dato appunto dal “forget to be” o “forget to being”. Ancorati ad un qualcosa di stanco e banale, il silenzio è insopportabile… perché c’è sempre un suono o un’immagine che ci distrae.” 

Così Beatrice Antolini parla del suo nuovo singolo, Forget To Be, che anticipa l’uscita del suo nuovo album, L’AB, il 16 febbraio. Un lavoro che mette in estrema evidenza l’eclettismo e la poliedricità di Beatrice Antolini che, oltre a scrivere tutti i testi e le musiche, ha suonato tutti gli strumenti presenti (chitarra, basso, batteria, percussioni, synth, piano e programmazioni elettroniche) e arrangiato, prodotto, registrato e mixato tutti i brani. 

#MUSICANUOVA: Motta, Ed è quasi come essere felice

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A due anni dal fortunato La fine dei vent’anni, Motta annuncia l’arrivo di un nuovo album, in arrivo in primavera per Sugar.
Ad anticiparlo è l’intenso Ed è quasi come essere felice, brano dai tratti psichedelici e oscuri.
Il video è stato concepito come un racconto diviso in due parti: la prima testimonia, con immagini veloci girate tra New York, Roma, Parigi e Milano, le registrazioni del nuovo album; la seconda rappresenta la nascita del nuovo disco e il ritorno.
Insieme a Motta, uguale ma opposta, Silvia Calderoni, performer tra le più innovative della scena teatrale italiana che rappresenta un’altra parte inedita di Motta che sta per rivelarsi.
In programma per l’estate anche un nuovo tour, annunciato a  breve.

BITS-RECE: Paletti, Super. Una buona filosofia pop

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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La prima volta che ho ascoltato Paletti – ormai quattro o cinque anni fa – mi ha subito colpito la sua capacità di analizzare la realtà con sguardo sempre lucidissimo e con tono disincantato e scanzonato, salvo poi rifilarti momenti di incontaminata e delicatissima emozione con testi di intimità preziosa. Mai però ho notato in lui atteggiamento di chi “la sa lunga” ed è arrivato a spiegartela: piuttosto, quella di Paletti sembrava la voce di un amico, uno di quelli saggi, che non sprecano mai il fiato in ovvietà o egocentrismi, ma sanno darti un loro personale e acuto punto di vista sui piccoli dettagli quotidiani.
Da quel primo momento di scoperta di tempo ne è passato, e nel frattempo il buon Paletti è cambiato, come era naturale e giusto che fosse, guadagnandosi uno spazio sempre un po’ più grande sulle scene del cantautorato di casa nostra.
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Oggi, a tre anni dal precedente Qui e ora, lo ritrovo con il suo terzo album, Super. Un titolo che è un invito a vivere sempre al massimo delle nostre possibilità, prima di tutto per noi stessi.

Quello che appare nelle nuove tracce è un Paletti forse un po’ meno disposto a usare l’ironia e con uno sguardo – sempre a fuoco, beninteso – indirizzato meno sul mondo “degli altri” e più sulle brevi distanze del cuore.
Sì, perché nel nuovo album Paletti parla tanto d’amore. Non quello che va a braccetto con il sole e il cuore, ovviamente, ma quello silenzioso dei gesti di coppia, fino ad arrivare a un pezzo di emozione delicata come Eneide, dedicato al figlio Enea (“ora lo sai quanto è difficile per noi restare in equilibrio e poi chiamarlo vita”).
Paletti canta l’amore 2.0, quello “moderno”, quello dei tempi dei social, dove tutti sembrano così connessi ma sono invece così isolati, dove tutti si dicono liberi e aperti di testa, ricadendo poi nelle ansie e nelle paure ataviche dell’abbandono e del tradimento. Ma anche l’amore crudele, quello per cui siamo disposti ad annullarci, fino alla follia (Pazzo), o quello del brivido portato dal ritorno di un fantasma del passato (Accidenti a te).
Anche in questa nuova prospettiva, l’ironia palettiana emerge comunque con tutta la sua forza in Chat ti amo, in cui la lente dissacrante dell’artista bresciano prende a sfilettate le manie della società social-dipendente, o in La notte è giovane, dove analizza il punto di vista di un trentenne medio al bivio cruciale, e talvolta drammatico, tra giovinezza e maturità, tra le ore piccole dello svago e il più accogliente richiamo di un divano.
Quelli contenuti in Super sono una manciata di estratti di buona filosofia di un cantautore dei giorni nostri, declinati sui linguaggi leggeri dell’elettropop.
Si può cantare di vita e d’amore senza cadere in tragedie, pietismi e banalità. Si può fare per esempio come fa “il Paletti”, che trasforma il pop in piacevole filosofia. Ciò che noi possiamo imparare è che i supereroi non sono di questo mondo, e che dobbiamo accontentarci delle fragilità e delle nostre contraddizioni di uomini.
Proprio come quel Socrates trionfante sulla copertina: lui sì, che nonostante tutto, ha vissuto da “super”.

Il ritorno di Noemi sotto il segno… della luna

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Fin dalla notte dei tempi la luna esercita il suo potere e le sue suggestioni su poeti, scrittori, pittori e, naturalmente, musicisti. Con il suo volto continuamente mutabile, la luna si è fatta silenziosa ascoltatrice di preghiere, desideri, confidenze, maledizioni.

Proprio a lei Noemi dedica il suo ultimo lavoro, La luna appunto, in uscita il 9 febbraio, nei giorni in cui l’artista romana sarà in gara a Sanremo con il brano Non smettere mai di cercarmi, una delle 13 canzoni (di cui 12 inedite) presenti nel disco.
Per Noemi è la quinta volta sul palco dell’Ariston: quest’anno al festival porterà un brano che unisce elettronica e canzone d’autore, “uno slogan da cantare a pieni polmoni”, di cui lei stessa è co-autrice.
L’ispirazione per il titolo dell’album è invece arrivata da Vasco: “Tra i tanti motivi per cui ho scelto questo titolo è perché, come dice Vasco Rossi in Dillo alla luna, mi piace l’idea di poter parlare alla luna, sperando che porti fortuna. E poi anche perché la luna è un po’ diva, proprio come voglio vivere anch’io questo album.”
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La luna esce a due anni da Cuore d’artista, disco pubblicato a ridosso della precedente partecipazione sanremese di Noemi (con La borsa di una donna), ed è un lavoro che mette in luce alcuni suoi aspetti finora poco conosciuti: tra i brani infatti non manca una buona dose di pop elettronico, come già avevano fatto sentire i due singoli pubblicati nei mesi scorsi, Autunno e I miei rimedi (quest’ultima inizialmente destinata a Sanremo nel 2016), ma si scopre anche l’amore dell’artista romana per il country in My Good, Bad And Ugly, pezzo scritto da Matthew Weedon ed Penny Elizabeth Forter e tenuto al segreto fin dai tempi di Made In London. Particolarmente impegnativa dal punto di vista tecnico, per diretta dichiarazione dell’artista, è Love Goodbye, mentre Porcellana cerca di raccontare in musica gli attacchi di panico.
Presente anche una cover di Lucio Dalla, Domani, brano non tra i più noti del cantautore, ma scelto per l’efficacia delle sue immagini (“saremo ancora così lontani, ci annuseremo da lontano come i cani”).
Spazio dato ovviamente anche al blues e al cantautorato, territori su cui Noemi è ormai piuttosto abituata a muoversi: ne sono esempi L’attrazione, firmata da Giuseppe Anastasi e La luna storta, che porta la firma di Tricarico.

Per presentare il nuovo album sono inoltre stati annunciati due speciali appuntamenti live in programma il 27 maggio a Roma (Auditorium Parco della Musica) e il 29 maggio a Milano (Teatro degli Arcimboldi).
I biglietti saranno disponibili online sul sito di TicketOne (www.ticketone.it) dalle ore 11.00 di lunedì 29 gennaio e in tutti i punti vendita autorizzati dal 1 febbraio.

Emma e le sue nuove sicurezze in Essere qui

EMMA_DSCF1987_foto di Kat IrlinNella carriera di ogni artista c’è un disco che segna l’upgrade, il momento della svolta, della “maturità” (vera o presunta), in cui il passato ha davvero il suono del passato e il presente ha tutta un’altra forma. Per Emma questo momento sembra proprio essere arrivato, e a testimoniarlo è il suo ultimo album, Essere qui, uscito a più di due anni dal precedente Adesso, che, a dirla tutta, i primi segni di un cambiamento e di una maturità già li lasciava vedere.
Dopo anni di attività ininterrotta, Emma si è fatta un regalo, quello del tempo, per capire dov’era arrivata e dove voleva andare: la rocker con il chiodo e la camminata “da dura” ha lasciato il posto a una donna che non teme di mostrare una nuova femminilità, anche per andare contro ai pregiudizi che la volevano eterna figlia del talent, la biondina carina incapace di trattare davvero la musica. Ha dovuto fare i conti con le insicurezze che l’hanno sempre accompagnata e si è scoperta più indulgente e più paziente, anche e soprattutto con se stessa. In più, è arrivato un nuovo modo di cantare (“non migliore o peggiore, semplicemente diverso, perché la voce ha dei percorsi suoi”).
Tutto questo è stato il punto di partenza per il nuovo album. Un disco molto eterogeneo nei suoni e nella forma. A confermarlo basterebbe notare come L’isola, il primo singolo, non ne sia uno specchio fedele: “So che di solito il primo singolo deve dare un imprinting all’intero disco, ma ho voluto fare una scelta forse un po’ folle, perché quando ho ascoltato per la prima volta L’isola, due anni e mezzo fa, è stata per me come un fascio di luce. Sceglierla come primo singolo è stato un modo per darle l’importanza che ha avuto per me e per la creazione di questo progetto. Le classifiche le abbiamo davanti tutti, ma non si può fare musica guardando solo a quelle, non si possono fare rivoluzioni senza morti e feriti. Vorrei anche che si imparasse ad andare più in profondità, a non giudicare un disco solo dal primo singolo”.
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Dentro all’album, accanto ai manifesti di forza e coraggio, si parla di donne (Le ragazze come me), sesso, anche in maniera piuttosto disinvolta come in Effetto domino e cyber bullismo, come in Malelingue: “Non è tanto una canzone contro gli haters, perché non voglio dar loro troppa importanza, ma è soprattutto un manuale d’istruzione su come superare le critiche che arrivano da web. Ci sono persone che non sono state abbastanza forti e sono morte per gli attacchi ricevuti in Internet, invece bisognerebbe affrontare tutto con il sorriso e andare avanti”.

Tanti anche gli autori coinvolti, tra conferme e novità: da Roberto Casalino a Giulia Anania, Alessandra Flora, Amara, Giovanni Caccamo, Giuliano Sangiorgi.
Solo un pezzo invece porta la firma di Emma, Sorrido lo stesso: “Avevo scritto tanti altri pezzi, ma non ho voluto fare un disco autoriferito, preferendo dare spazio a brani di altri autori che mi sembravano più adatti in questo momento. Sorrido lo stesso l’ho scelto perché penso rappresenti bene quello che sono oggi”.
Grande varietà anche tra i musicisti che hanno suonato all’interno dell’album, da Paul Turner dei Jamiroquai a Ninja dei Subsonica, Lorenzo Poli, Luca Mattioni, Adriano Viterbini, Andrea Rigonat: “Non è vero che i musicisti appartengono a dei generi. I musicisti appartengono alla musica, e se uno suona blues non è vero che non può suonare pop, questa è un’idea che si fa chi guarda la musica dall’esterno. Suonare con questo gruppo di persone mi ha reso onorata, perché mi sono sentita trattata anch’io come una musicista”.
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Infine, la spiegazione del titolo, Essere qui: “Stavolta è arrivato molto tardi, mentre spesso capitava che trovassi il titolo dell’album prima di avere i pezzi pronti. Lo spunto mi è arrivato da una lettura, e mi è sembrata l’espressione perfetta per spiegare come mi sento: sono qui, a fare quello che amo di più, con le nuove certezze che ho trovato. Considero questo album come un nuovo punto di partenza. Tutto cambia, mi mette ansia ciò che resta per sempre. Se mi sentissi arrivata significherebbe che non avrei più nulla da dire”. 

Da maggio anche il nuovo tour.

Queste le date confermate:
16 maggio
 – Pala Lottomatica di Roma
18 maggio
 – Mediolanum Forum di Assago (Milano)
19 maggio
 – Pala Alpitour di Torino
21 maggio
 – Kioene Arena di Padova
23 maggio
 – Nelson Mandela Forum di Firenze
26 maggio
 – Pal’Art Hotel di Acireale (Catania)
28 maggio
 – Pala Partenope di Napoli

Biglietti già in vendita su TicketOne e dal 29 gennaio nei punti vendita tradizionali.

#MUSICANUOVA: Mecna, Pratica

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“Prima di piacere agli altri, devi piacere a te stesso. Se non sei sicuro di te stesso, non riuscirai mai a trovare l’equilibrio, neanche con tutti gli altri che ti dicono che sei il migliore”.

Prodotto da Yakamoto Kotzuga e scritto e composto da Mecna in collaborazione con Alessandro Cianci, Pratica è il singolo che segna il ritorno del rapper in Universal Music, a 3 anni di distanza dall’album Laska, seguito a gennaio 2017 da Lungomare paranoia.
Anche con questo nuovo singolo Mecna prosegue il suo personale approccio alla forma canzone, mescolando il linguaggio hip-hop a una ricerca melodica quasi indie.
Il video, in uscita il 1 febbraio, sarà diretto da Pietro Cocco e costituirà il complemento visionario e surreale delle liriche del brano.

#MUSICANUOVA: Zibba, Quando stiamo bene (feat. Elodie)

Il prossimo 2 febbraio uscirà Le cose, il nuovo album di Zibba.
Un disco ricchissimo, non solo in termini musicali, ma anche per gli ospiti che sono stati invitati a prendervi parte.
Da Marco Masini ad Alex Britti, passando per Erica Mou e Chantal, il parterre è davvero fitto e di provenienza molto diversa.
Non ultima, Elodie, che duetta con Zibba sulle note di Quando stiamo bene, un pezzo in cui cantautorato e atmosfere nu soul si legano svelando un’anima profondamente urban sotto la produzione di Mace.
Per Zibba ed Elodie si tratta di una collaborazione rinnovata, dopo che lo scorso anno avevano cantato insieme in L’amore basterà, canzone contenuta nel primo album dell’ex allieva della scuola di Amici.  

Non è detto. Laura, perché?

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Non è detto
. Invece purtroppo è stato detto detto, e pure cantato.

Il singolo che segna il ritorno di Laura Pausini è qui, sotto il nostro naso e – ahimè – dentro le nostre orecchie. 
Non è detto anticipa il nuovo album, Fatti sentire, in arrivo il 16 marzo, e dopo i primi due fisiologici ascolti di rodaggio sorge una domanda: perché?
Laura, perché tornare con una canzone che era già scontata dieci anni fa?
Perché tornare con una canzone così pesantemente “pausiniana”, melensa e strappalacrime come nella più vetusta tradizione del pop italico?
Perché, Laura, propinarci un brano che forse avrebbe potuto trovare una sua ragion d’essere in qualche b-side, e che tu invece eleggi a portabandiera di un nuovo progetto discografico?
Rimpiango i tempi di Benvenuto e dei duetti con Kylie… Altro brio, altro pop.

Nitro: tante parole dietro a un grande No comment

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“Questa è l’era del fittizio” sussurra Nitro in Buio omega, il potente pezzo che apre il suo ultimo album, No comment.

In una società in cui tutti si sbraitano per esprimere il proprio punto di vista o semplicemente per accodarsi all’ultimo trend del momento, Nitro va controcorrente e si cela dietro a un grande “No comment”.
Un silenzio però solo apparente, perché dietro al titolo – chiaramente provocatorio – c’è un fiume di parole e di pensieri lucidissimi, spalmati con il flow affilato del rapper su basi di beat pompatissimi.
L’occhio di Nitro cade sugli influencer, le star del web (“ma hai un lavoro se ti rompo quel cazzo di iPhone?, chiede sarcastico in Infamity Show), ma anche i colleghi dell’hip-hop nostrano (“Sono stato muto due anni per stare a sentire che avete da dire, il solo risultato che ho avuto è capire che ormai più nessuno vuol fare le rime”).
Tanta veemenza di rime e di suoni quindi, ma anche pungente ironia, come in Chairraggione, impreziosito dal featuring con Salmo, a conferma dell’efficacia di una delle firme più caustiche dell’hip-hop italiano.
005_SAMO_2017-10_Machete-Nitro-0145 ph credit Mattia Guolo - bassa
Nella tracklist non mancano le citazioni cinematografiche, sempre molto amate da Nitro: da Buio omega (film horror del 1979 di Joe D’Amato) a  San Junipero (titolo di un episodio della serie tv Black Mirror) a Last Man Standing (popolare sitcom statunitense).
Tra le collaborazioni, oltre al citato Salmo, Dani Faiv, Madman e Lazza, mentre alla produzione sono stati chiamati 333 Mob e Hell Raton.

A chiudere il disco, forse l’episodio più riflessivo, Horror vacui, in cui risuonano una preghiera (“portami via da questa apatia”) e una domanda (“cosa ti aspettavi da me?”).
“No comment”.


Per sempre, il ritorno di GionnyScandal con Giulia Jean

Sarà disponibile dal 26 gennaio Per sempre, il singolo che segna il ritorno di GionnyScandal.
Tra rap e pop, scritto dallo stesso Gionata Ruggieri e prodotto da Sam Lover, il brano si avvale della collaborazione di Giulia Jean, una delle voci della nuova generazione soul e r’n’b.
cover Per Sempre
Il video del brano sarà disponibile su Vevo da lunedì 29 gennaio. Insieme a Gionny protagonista nel video sarà Swami Caputo, giovanissima webstar con quasi 500 milioni di followers su Instagram reduce del successo del programma Il Collegio su Rai Due.
Per sempre è il singolo che anticipa il nuovo progetto discografico di Gionny Scandal la cui uscita è prevista per la prossima primavera su etichetta Universal.