BITS-RECE: Annalisa, Bye Bye. Addio alle paranoie

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Da quando abbiamo iniziato a conoscerla, ormai sette anni fa ad Amici, di Annalisa abbiamo visto lo spirito sbarazzino, l’abbiamo apprezzata come elegante e abbiamo ballato quando si buttata nell’elettropop. Mai però la ragazza era apparsa in gran forma e finalmente “a fuoco” come in questo suo ultimo lavoro, Bye Bye, pubblicato all’indomani della sua quarta partecipazione al Festival di Sanremo.

Se le sue doti, e in particolare l’intonazione curatissima, erano da sempre i suoi punti di forza, Annalisa non si era ancora presa la completa libertà di espressione che la porta invece a volare a briglie sciolte nel nuovo album.
Bye Bye è infatti un vero manifesto di libertà e di leggerezza, come dichiara già il titolo, un congedo a tutti quei vincoli a cui fino ad oggi Annalisa si era sottomessa per imposizioni morali o autoconvincimenti.
Un capitolo discografico che si stacca dai precedenti anche stilisticamente, puntando verso un pop freschissimo e sporcato di spunti urban, come aveva lasciato intuire Direzione la vita, il primo singolo pubblicato lo scorso anno.
Se il brano sanremese, Il mondo prima di te, rappresenta forse l’episodio di stampo più tradizionale, che Annalisa sa però vestire perfettamente alleggerendolo dalle banalità, il resto dell’album si snoda scioltissimo tra decorazioni elettroniche, tuffi e capriole nell’R&B, fino ad arrivare al featuring con Mr. Rain in Un domani, che fa incontrare Annalisa e l’hip-hop.
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Bye Bye è un invito azzardare, il disco del prendersi “tutto e subito” non per avidità, ma perché la vita non aspetta, quel che oggi c’è domani potrebbe non esistere più (“come le storie di Instagram”), perché il presente non torna più.
Annalisa mette da parte le noie e le paranoie, le ansie da prestazione del piacere per forza, e in cambio si guadagna una nuova (e forse definitiva?) credibilità di interprete.

L'amore e la violenza vol. 2: nuovo album e nuovo tour per i Baustelle

foto Baustelle+
A poco più di un anno dalla pubblicazione di L’amore e la violenza, i Baustelle proseguono sullo stesso percorso con il secondo capitolo discografico della saga.

Uscirà infatti il 23 marzo L’amore e la violenza vol. 2, a tutti gli effetti un nuovo album di 12 inediti. Anzi, “dodici nuovi pezzi facili“, come recita il sottotitolo del disco.
L’annuncio è stato ufficializzato proprio dalla band con alcuni video pubblicati nelle scorse settimane sui canali social: nel primo era stato il titolo del disco, nel secondo erano state le nuove date del tour in partenza ad aprile, mentre nel terzo è stata svelata la data di uscita del nuovo album.
Il 7 aprile i Baustelle torneranno poi in tour nove appuntamenti già confermati:
7 aprile – SENIGALLIA (Ancona) – Mamamia
12 aprile – BOLOGNA – Estragon
13 aprile – FONTANETO D’AGOGNA (Novara) – Phenomenon
15 aprile – MILANO – Alcatraz
16 aprile – FIRENZE – Obi Hall
19 aprile – ROMA – Atlantico
20 aprile – NAPOLI – Casa della Musica
22 aprile – TORINO – OGR
27 aprile – PADOVA – Gran Teatro Geox

Tutti gli aggiornamenti sull’album e le informazioni per i biglietti del tour sono disponibili sul sito www.baustelle.it.

ASPETTANDOSANREMO: "Voglio solo raccontarvi una storia". Quattro chiacchiere con… Mirkoeilcane

Romano, classe 1986, Mirko Mancini ha scelto di presentarsi al pubblico con il nome di Mirkoeilcane, ma non chiedetevi il perché: è un segreto che non vuole svelare.
Ha iniziato a fare musica già da alcuni anni, suonando con diversi artisti e dedicandosi anche alla scrittura di brani per colonne sonore di web serie e film. Poi, nel 2016, è stata la volta del suo primo, omonimo album, che gli è valso importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Bindi.

Quest’anno è entrato tra le otto Nuove proposte che partecipano al Festival di Sanremo: si presenta con Stiamo tutti bene, un brano piuttosto distante dai canoni sanremesi, una canzone quasi parlata che è prima di tutto una storia. C’è di mezzo l’immigrazione e un disperato viaggio “della speranza”, descritto dagli occhi inconsapevoli e sorridenti di un bambino. Ma non traete conclusioni affrettate: qui di posizioni politiche non ce ne sono e nelle canzoni di Mirkoeilcane c’è molto di più.
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Qual è la storia che c’è dietro a Stiamo tutti bene? E perché proporre proprio questa canzone alle selezioni per Sanremo?

La canzone è nata da una chiacchiera che ho fatto con un ragazzo, a cui ho dato il nome di Mario, che mi ha raccontato la sua esperienza: una storia atroce, ma che lui mi ha raccontato con un grande sorriso sulle labbra. Questo mi ha spinto a correre subito a casa e trascrivere le sue parole, per poi farne una canzone. Ho voluto proporla per Sanremo quasi come un scommessa.
Essendo una canzone così lontana dai canoni sanremesi non avevi paura che potesse essere accolta male dalla commissione?
Ho 31 anni, e posso dire che ho seguito per 30 anni Sanremo da casa: conosco bene i meccanismi, so cosa ci si aspetta di sentire su quel palco, ma non volevo tradire me stesso, la mia identità, e ho quindi scelto di non cambiare il brano solo perché lo stavo proponendo per quel particolare contesto.
La produzione del brano è di Steve Lyon, che in passato ha lavorato anche con Paul McCartney e Depeche Mode. Come siete entrati in contatto?
Steve si è occupato anche della produzione di tutto il mio secondo mio, che uscirà il 9 febbraio. Ci siamo conosciuti durante un evento a Roma: alla fine della serata abbiamo parlato un po’ e lui ha espresso pareri molto positivi sulla musica, ci siamo trovati in linea su molti aspetti e ci siamo piaciuti anche umanamente. Poter lavorare con lui mi è servito per dare un paio di marce in più al disco e mi ha permesso di imparare molto.
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Non hai paura che la tematica del brano possa generare strumentalizzazioni?
Mi sembra eccessivo parlare di paura, in fondo stiamo parlando di canzoni. Pur con un evidente riferimento all’immigrazione, è semplicemente la storia di un bambino, e sbaglia chi vuole vederci dentro qualcosa di diverso, non c’è nessuna presa di posizione, nessuno schieramento politico. Anche il nome stesso del bambino, Mario, è fittizio. Qualcuno ha provato ad associarmi a determinate aree politiche, ma sono manovre da cui voglio stare lontano.
Come si pone questo brano rispetto al nuovo album, Secondo me?
Come ho già fatto nel primo disco, mi piace prendere in giro gli stereotipi della società. Non che io mi trovi molto distante da certe dinamiche, non vivo in un faro da eremita, ma mi lascia sempre di stucco vedere come a volte si perda il senso della realtà. Forse rispetto agli altri brani, in Stiamo tutti bene non me la sono sentita di usare molto l’ironia e il sarcasmo, anche se di solito mi piace scherzare su tematiche importanti, mi sembra un modo per far arrivare meglio i messaggi.
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Con quali influenze musicali sei cresciuto?
Inizialmente i Beatles, ho consumato i loro dischi. Avendo fatto studi da musicista, ho poi ascoltato anche molta musica strumentale: potrei citare Jeff Beck, tanto per fare un nome. La scrittura invece arriva dai grandi cantautori italiani, Dalla, De Gregori, Fossati, ma anche autori più moderni come Samuele Bersani, Max Gazzè, Daniele Silvestri.
Pensi che oggi i cantautori abbiano un ruolo diverso rispetto al passato?
Decisamente, anche perché è un ruolo che è stato ghettizzato nei club di qualche quartiere, mentre una volta le canzoni dei cantautori facevano parte della vita delle persone: c’è chi si sposava con quella musica. Oggi il cantautorato ha lasciato spazio a una musica più superficiale, adatta ad accompagnare lo shopping, come se non ci fosse più il tempo di sedersi e ascoltare le parole. Si è persa la valenza del messaggio, che è un po’ il centro della canzone.
Non hai mai voluto svelare l’origine del tuo nome d’arte, quindi non indagherò. Ma perché vuoi mantenere il segreto, hai promesso a qualcuno di non rivelarlo mai?
Sembra una trovata di marketing, ma non sono così intelligente. Adesso mi diverto a mantenere questo segreto, ma posso dire che rispecchia la volontà di non prendermi troppo sul serio. Si può parlare di certe tematiche anche mentendo una certa allegria, e credo che questo nome la comunichi.
Come ti stai trovando nel turbinio sanremese?
Mi sono sempre chiesto come fosse la vita degli artisti che andavano a Sanremo, e mi immaginavo giornate piuttosto complicate: in effetti, mi sono ritrovato a dover parlare di me con molte persone, ed essendo piuttosto riservato per natura non è stato facile, ma sto imparando a condividere dettagli che in altri contesti avrei tenuto segreti. Tutto sommato, lo trovo molto divertente. Nessuna ansia comunque, non mi appartiene.
Pensando al festival, cosa vorresti evitare?
Vorrei evitare di essere etichettato come un cantautore schierato. Mi piacerebbe dare a Stiamo tutti bene la risonanza e la visibilità che secondo me merita, anche per la tematica che affronta, ma spero che la gente si interessi anche al resto del mio lavoro. Non voglio passare solo come “quello della canzone sugli immigrati a Sanremo”.

Sanremo Amore Scusa: il ritorno a sorpresa di Nardinocchi

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“Ho deciso di ricominciare da capo e sto partendo”.

Proprio nel giorno in cui parte la sessantottesima edizione del festival di Sanremo, quando tutto il resto della discografia italiana si mette in stand-by per una settimana, Andrea Nardinocchi sceglie di fare il suo ritorno sulle scene dopo tre anni di silenzio, perdipiù del tutto a sorpresa.
Lo fa da outsider, da indipendente, al di fuori dei delle grandi logiche del mercato, ripartendo da dove tutto si è inceppato,

Per gli artisti che frequentano l’ambiente della discografia febbraio è sempre un mese off: “Sono tutti a Sanremo”, difficile che una major decida di pubblicare qualcosa poco prima, durante o subito dopo, ma, essere fuori dagli schemi classici dell’industria può concedere certe libertà.
Non poteva cominciare con un messaggio più chiaro la nuova era del progetto artistico di Andrea Nardinocchi.


Sanremo Amore Scusa è una ballad prodotta da Mamakass: un racconto intimo e delicato, che racconta la sua esperienza vissuta nel 2013 proprio al Festival, quando partecipò tra le Nuove proposte con Storia impossibile, tra la difficoltà nel gestire l’esposizione mediatica e il più personale rapporto con i genitori.

Ultimo: dopo Sanremo il nuovo album Peter Pan

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Uscirà il 9 febbraio (ed è già in pre-order digitale) Peter Pan, il nuovo album di Niccolò Moriconi, al pubblico meglio noto come Ultimo. Un disco che arriva sotto il segno di Sanremo, dal momento che il ragazzo sarà una delle otto Nuove proposte in gara con il brano Il ballo delle incertezze: “Quando l’ho scritto ho voluto puntare su chi è come me. È un brano che rappresenta chi non ha un domani nella società, chi ha più domande che risposte, chi ha perso rischiando. È il mio ennesimo attestato che tende la mano a chi è stato emarginato”.

L’uscita di questo nuovo lavoro è importante anche perché segue solo di pochi mesi la pubblicazione dell’album d’esordio, Pianeti, che ha trovato un’accoglienza piuttosto calorosa da parte del pubblico. Anziché ripiegare su un classico repack, il giovane “cantautorap” romano ha così scelto di ripartire da zero con un nuovo capitolo discografico di 16 brani inediti, dopo un anno che gli ha portato non poche soddisfazioni.
Cover ULTIMO_PETER PAN
Ultimo ha iniziato a studiare pianoforte a otto anni presso il conservatorio Santa Cecilia, mentre ha scritto le sue prime canzoni a 14 anni: il suo stile è un connubio fra la musica cantautoriale e quella hip hop, da cui la scelta di definirsi un “cantautorap”. Nel 2016 ha vinto il contest più importante per gruppi e solisti emergenti di musica hip hop italiana promosso dalla Honiro, con cui nel marzo 2017 ha iniziato la sua collaborazione. A maggio dello stesso anno ha aperto il concerto di Fabrzio Moro al Palalottomatica di Roma e in ottobre ha pubblicato il suo disco d’esordio.

#MUSICANUOVA: Leo pari, Dirty ti amo

Leo Pari - foto
“Capodanno 2018, Copenaghen, una coppia nell’ascensore di un hotel di lusso, stanno insieme da un botto e stanotte hanno bevuto, e tutto il resto, mi sa che non si amano più. Si scattano un selfie, ma la foto è solo il negativo di quello che erano qualche anno fa. Il momento della verità arriva sempre, per loro è adesso, e se la iniziano a sputare in faccia, lì in quel metro quadro sospeso tra l’anno vecchio e quello nuovo; del resto quando non puoi più costruire, radere tutto al suolo sembra l’unica soluzione. Le parole lasciano in bocca un sapore di acciaio, è una catarsi necessaria, sono nudi uno davanti all’altra e si dicono tutto, proprio tutto. Quando vomiti, poi, ti senti meglio”.

Con il suo elettropop un po’ spietato e un po’ sarcastico, Leo Pari torna a farsi sentire con Dirty ti amo, singolo che anticipa il suo nuovo album.
… tratto da parecchie storie vere…

ASPETTANDOSANREMO: Dopo il ballo, il soul. Quattro chiacchiere con… Leonardo Monteiro

La musica l’ha avuta in casa fin da bambino, visto che è figlio di due ballerini brasiliani, e a lungo l’ha coltivata nel canto e nel ballo. A soli 28 anni, Leonardo Monteiro vanta infatti un curriculum di tutto rispetto, con esperienze Italia e all’estero: tra queste, la formazione alla Scala di Milano, il lavoro con Gheorghe Iancu allo Sferisterio di Macerata, e nel 2008 partecipazione ad Amici, il talent di Maria De Filippi, dove occupava uno dei banchi della classe di ballo.
Dopo essersi aggiudicato la finale di Area Sanremo, tra pochi giorni lo ritroveremo sul palco dell’Ariston, in gara tra le Nuove proposte con Bianca, un pezzo dalla influenze soul che parla della fine di una storia d’amore per un tradimento. Autore della musica è Vladi Tosetto, che nel ’95 aveva messo le mani anche su Come saprei di Giorgia. 
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Perché la scelta di andare a Sanremo con Bianca?

Lo abbiamo scelto durante i provini, dopo aver ascoltato un po’ di proposte, e Bianca è sembrata la canzone più adatta. Ci tenevo molto a presentarmi con un brano che rappresentasse bene il mio mondo, e le atmosfere soul e gospel di Bianca rispecchiano le mie influenze.
Ti abbiamo conosciuto qualche anno fa ad Amici come ballerino, oggi ti ritroviamo come cantante: cos’è successo in questo periodo?
Ho sempre amato il canto, fin da quando studiavo danza alla Scala: cantavo e facevo il ballerino. Poi sono andato a studiare a New York, e mi sono reso conto che con la danza ero arrivato al massimo di ciò che potevo desiderare e ho iniziato a studiare canto seriamente, avvicinandomi al gospel. Quando sono tornato in Italia ho proseguito con lo studio della musica.
E sei anche arrivato ad insegnare…
Sì, per qualche anno ho insegnato canto alla scuola Cluster di Milano, gestita da Vicky Schaetzinger, che per anni è stata la pianista di Milva. Mi ha dato tantissimo, sia come donna che come insegnante: sono stato prima suo allievo, poi abbiamo suonato insieme tre ani all’Armani Bamboo Bar, dove lei mi accompagnava al pianoforte, e in seguito sono diventato insegnante della scuola. Avevo già insegnato danza, ma insegnare canto è diverso, ed è una soddisfazione vedere che quello che fai arriva agli allievi.
Oggi come vedi il tuo futuro, più vicino al canto o al ballo?
Sicuramente più vicino alla musica. Come dicevo prima, con il ballo ho ottenuto il massimo di quelle che potevano essere le mie ambizioni e le mie soddisfazioni: ho fatto esperienze bellissime, ho lavorato con il Complexion Contemporary Ballet, il Collective Body Dance Lab, ho fatto degli stage a Broadway, ma a un certo punto ho sentito che mi mancava avere davanti un pubblico che mi conoscesse, mi mancavano gli affetti di casa, e ho deciso di tornare.
A un’esperienza nel musical non pensi?
Sono sincero, i musical non mi entusiasmano molto, preferisco vederli da spettatore. Piuttosto, per unire musica e danza, penso a qualche esperienza con i videoclip.
Cover Bianca Leonardo Monteiro
Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
Quando ero più giovane ho ascoltato molto Stevie Wonder, Giorgia, che ha segnato a lungo la mia vita, Michael Jackson.
Hai già un album in preparazione?
Ho scelto alcuni pezzi e sto registrando: il disco uscirà dopo Sanremo. Abbiamo scelto di mantenere la stessa impronta stilistica di Bianca, anche se non mi tirerò assolutamente indietro se ci sarà la possibilità di spaziare.
Pensando a Sanremo, come ti auguri di viverlo e cosa invece vorresti evitare?
Semplicemente, visto che si parla di un palco così importante, vorrei lasciare un bel ricordo, al di là di come andrò la gara, e possibilmente vorrei evitare di steccare!
 

#MUSICANUOVA: I Giocattoli, Ailoviù

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“Sai cosa c’è? Non mi ricordo…”

Ailoviù è la storia, un po’ ironica, un po’ agrodolce, di una coppia che si è persa. Ailoviù è la storia di amici che hanno osato così tanto da non aver più le forze di ricordare. Ailoviù è il tempo che scorre veloce che ci costringe ad abbandonare il nostro Peter Pan. 
Ailoviù è soprattutto il nuovo singolo della band palermitana Giocattoli. All’insegna dell’elettropop, un nuovo passo verso la pubblicazione dell’album d’esordio, Machepretendi, in arrivo in primavera.

#MUSICANUOVA: En?gma, Nuvole e cupole

Enigma (foto Riccardo Melosu)
“Urlerò il mio nome quando il cielo lo richiede”, ripete En?gma nel ritornello del suo ultimo singolo, Nuvole e cupole, terzo estratto – dopo Krav Maga e Copernico – dal nuovo album di prossima pubblicazione.
Prodotto da Kaizén, il brano è un burrascoso fiume di beat su cui scorrono riflessioni introspettive e intime tra rabbia e malinconia.

Ornella Vanoni: nuove date live dopo Sanremo

Ornella Vanoni_foto di Toni Thorimbert_web
Dopo aver riempito negli scorsi mesi i teatri di tutta Italia, il tour di Ornella Vanoni La mia storia si arricchisce di nuovi appuntamenti live nella prossima primavera.

Sono infatti state annunciate nuove tappe di Firenze (16 aprile – Teatro Verdi), Milano (8 maggio – Teatro Degli Arcimboldi), Napoli (12 maggio – Teatro Augusteo) e Torino (21 maggio – Teatro Colosseo), che vanno ad aggiungersi a quelle già confermate di Monza, (14 febbraio – Teatro Manzoni), Padova (16 febbraio – Gran Teatro Geox), Bologna (21 marzo – Teatro Duse), Brescia (previsto per il 26 gennaio è stato posticipato al 25 marzo – Gran Teatro Morato) e Roma (29 marzo – Auditorium Parco della Musica).

I biglietti per le nuove date sono disponibili su Ticketone.it e da lunedì 5 febbraio nei punti vendita ufficiali.
Questo il calendario:
14 febbraio: Monza
 – Teatro Manzoni

16 febbraio: Padova – Gran Teatro Geox
21 marzo: Bologna – Teatro Duse
25 marzo: Brescia – Gran Teatro Morato (inizialmente previsto per il 26 gennaio. I biglietti restano validi per la nuova data, con la stessa modalità di fruizione)
29 marzo: Roma – Auditorium Parco della Musica

16 aprile: Firenze – Teatro Verdi
8 maggio: Milano – Teatro Degli Arcimboldi
12 maggio: Napoli – Teatro Augusteo
21 maggio: Torino – Teatro Colosseo

Informazioni tour: www.bubbamusic.it e www.fepgroup.it