#MUSICANUOVA: Marvin, Va bene così

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“Una fotografia che racconta l’incontro tra due vuoti, due mancanze, due cuori stanchi ma coraggiosi, che si scoprono capaci di abbracciare, senza argini, una passione fugace, eterna”.

Dopo l’esordio nel 2016 l’esordio con il singolo Oltre, che li ha fatti entrare anche nella playlist di Mtv New Generation, nel 2017 i Marvin hanno attirato l’attenzione di Universal, e pubblicano ora il secondo singolo, Va bene così.
Nata a Como nel 2014, la band unisce le influenze sonore di Phoenix, M83 e Foster The People con la poesia decadente ispirata ai vesri di Alda Merini, Baudelaire e Rimbaud.

L’album d’esordio è atteso per giugno.

 

#MUSICANUOVA: Francesco Gabbani, Selfie del selfie

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A un anno dall’uscita di Magellano, Francesco Gabbani pubblica Selfie del Selfie.

Non un nuovo singolo e nemmeno un inedito: il brano è infatti la traccia fantasma dell’album, che appare, dopo qualche minuto di silenzio, alla fine del disco.
Ad accompagnarla un video con le immagini live dell’ultimo anno trascorso sul palco: un modo per ringraziare le oltre 140.000 persone che hanno seguito Gabbani nelle tappe del tour e raccontare, attraverso l’uso delle immagini, un anno di concerti.

A luglio e agosto Francesco Gabbani sarà impegnato con il #GABBALIVE18, un mini-tour estivo che lo vedrà esibirsi in ambientazioni suggestive in cui disegnerà il proseguo del suo viaggio artistico ed emozionale.

Queste le date:
6 luglio – Codroipo (UD), Villa Manin, Estate in Villa
8 luglio – Vigevano (PV), Cortile del Castello, Estate in Castello 2018
26 luglio – Villafranca (VR), Castello Scaligero, Villafranca Festival
2 agosto – Taormina, Teatro Antico
11 agosto – Marina di Castagneto Carducci (LI), MarinArena, Bolgheri Festival
26 agosto – Macerata (MC), Sferisterio, Sferisterio Live

Notti Brave: l’11 maggio l’album d’esordio di Carl Brave

Notti Brave è un disco che raccoglie tutta l’esperienza di vita e musicale che ho acquisito finora. Il disco spazia tra mood diversi tra loro, sperimentando melodie varie, ma stilisticamente sempre omogenee.
Dal punto di vista della produzione mi stimolava l’idea di far entrare nel mio mondo gli artisti che stimo e che da sempre ascolto, esplorando e confrontandomi assieme a loro.
Io amo e vivo la notte, di notte il mondo cambia, le persone si lasciano andare, si trasformano, e anche i rapporti personali cambiano, sei più consapevole di te stesso.
La notte è bipolare: galleggia tra caos e calma piatta, puoi perderti oppure ritrovarti”.
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Dopo aver rotto il ghiaccio con il successo di Polaroid insieme a Franco 126 e aver messo la firma su album di successo per i colleghi, per Carl Brave è arrivato il momento del primo album da solista, Notti Brave, in uscita il prossimo 11 maggio.
Un titolo che è già una dichiarazione di intenti, che gioca con il nome dello stesso produttore e songwriter romano.

Nelle 15 tracce dell’album, numerose collaborazioni eccellenti che vanno ben al di là dell’hip-hop, da Fabri Fibra a Francesca Michielin, Coez, Franco126, Emis Killa, Federica Abbate, Gemitaiz, Giorgio Poi, Pretty Solero, Frah Quintale, Ugo Borghetti, B.

L’album sarà disponibile in più versioni: CD standard, CD in edizione speciale limitata con autografo e custodia sagomata (esclusiva Amazon), doppio LP nero e doppio LP blu e giallo con autografo in edizione limitata (esclusiva Amazon).
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Questa la tracklist:
Professoré
Fotografia (feat. Francesca Michielin & Fabri Fibra)
Camel Blu (feat. Giorgio Poi)
Parco Gondar (feat. Coez)
Vita
Noi
Pub Crawl
Malibu (feat. Gemitaiz)
Chapeau (feat. Frah Quintale)
E10 (feat. Pretty Solero 126 & B )
Bretelle (feat. Emis Killa)
La Cuenta (feat. Franco126 & Federica Abbate)
Scusa (feat. Ugo Borghetti & B )
Pianto Noisy
Accuccia

Non importa, il pop di Federica Infante tra dolore e passione

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Otto tracce tra pop e cantautorato danno vita a Non importa, il nuovo album di Federica Infante.

Un disco che parla di amore per se stessi e per gli altri, di libertà, di disperazione, di forza, di coraggio, di sogni e di paure. E’ la storia di una donna forte e indipendente che, messa alla prova dalla vita, riesce comunque a trovare il coraggio di affrontare la propria sofferenza e di tornare, stanca, ma più sicura di prima. E lo vuole dire a gran voce. Non importa diventa così come una catarsi.

In mezzo a episodi acustici, momenti di impronta rock e venature elettroniche e soul, il brano, e primo singolo estratto, che dà il titolo all’album è una ballata al pianoforte scritta subito dopo la perdita della madre: è da questo tormento è che Federica diventata la donna che è ora e che è ha voluto raccontare nel disco.

A chiudere l’album, il manifesto di Fede.

UNA VITA IN CAPSLOCK: la “Milano da botox” nel primo album di MYSS KETA

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Con quella mascherina e quegli occhiali da sole a coprirle costantemente il viso, la prima tentazione che si ha è scoprire chi si nasconda davvero dietro al personaggio di Myss Keta. Il punto però è che non importa.

Basta infatti fermarsi un attimo ad ascoltare i suoi brani per capire che chiunque abbia dato vita a quella creatura artistica (e stiamo parlando molto probabilmente di un team di cervelli più che dell’intuizione di un singolo) ha compiuto un’operazione che rasenta la genialità.
Per chi frequenta abitualmente le notti milanesi, il nome di MYSS KETA non sarà nuovo: il suo esordio è infatti datato 2013, quando nell’underground dei locali meneghini hanno iniziato a girare pezzi come Milano, sushi e coca o Burqa di Gucci.
Di quell’entità mascherata nessuno sapeva niente, ma tutti coglievano la malata lucidità che si nascondeva in quei testi, accompagnata da arrangiamenti tra elettronica e fidget house ipnotici e allucinogeni.
Il gioco ha iniziato a funzionare, ed ecco che dopo una prima raccolta (L’angelo dall’occhiale da sera: col cuore in gola) e l’EP Carpaccio ghiacciato, MYSS KETA ha fatto il grande salto con il primo album ufficiale, UNA VITA IN CAPSLOCK, pubblicato nientemenoche da Universal.
Un upgrade – come si direbbe nel lessico degli yuppies milanesi – che forse neanche lei si immaginava, e che porta il suo nome ben al di là della cerchia dei navigli.
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Ma quindi chi è MYSS KETA? O, meglio, che cos’è MYSS KETA?
Impossibile definirla, un po’ perché di definizioni esaustive non ce ne sono, un po’ perché lei stessa detesta essere ingabbiata sotto un’etichetta. Di se stessa dice di essere “una donna di spettacolo e uno spettacolo di donna”, ma è stata definita anche “icona pop”, “angelo dall’occhiale da sole”, “diva definitiva”, “Vergine, ma non troppo”, ovviamente “icona gay”.
Si è fatta notare con i suoi brani, ma l’impressione è che la musica sia solo una piccola parte di un fenomeno ben più ampio, che riunisce in un unico, amorevole abbraccio tutta la cultura di spettacolo nazional-popolare degli ultimi 30 anni: “dagli anni ’80 ad oggi non è cambiato niente, certe cose funzionano nello stesso modo dai tempi dei Romani. Semplicemente, gli scandali e le figure simbolo della Milano da bere sono standardizzati e sono diventati dei modelli che ancora oggi utilizziamo per parlare di certe tematiche”. Ecco allora che nei racconti di MYSS KETA spunta anche il Bar Basso, nota meta di appuntamento per designer ed esponenti della Milano che “gira bene”: qui dice di aver conosciuto Tea Falco, altra icona modernissima e dai contorni fluidi, protagonista del video di Botox. Insieme, assicura, sono “due matte”.

Disarmante sentirla parlare, perché con una dialettica studiatissima, KETA abbatte ogni tentativo di percepire la linea di confine tra realtà e finzione, verità e ironia, trash autentico e parodia, stereotipo e sincerità. Non sai mai quanto stia volutamente caricando la sua aura, quanto stia spingendo verso il trash o quanto ti stia bellamente prendendo per il culo.
Nei suoi brani, partoriti negli angoli di Milano, emerge il lato malato della metropoli, le sue manie compulsive, i suoi vizi incorreggibili: con l’aiuto dei suoi fidati angeli, le Ragazze di Porta Venezia, MYSS KETA raccoglie gli stimoli che la città le offre, li ingurgita e li risputa fuori, rendendo tutto inequivocabilmente “myssketiano”. Un’operazione nata non tanto da una qualche necessità di espressione, ma dalla semplice voglia di raccontare un certo mondo in un certo modo, permeato di ironia, “perché guardare il mondo con ironia non significa essere felici, ma voler esorcizzare il male che si ha dentro”.
Dall’ossessione per il botox, allo stress, alla droga, alla frantumazione dell’identità, MYSS KETA costruisce un labirinto di specchi in cui la sua voce ammiccante e narcotizzata si perde e fa perdere recitando celebri slogan pubblicitari o creandone di nuovi, avvicinandosi all’hip-hop senza mai entrarci del tutto.
I suoi riferimenti volano pindaricamente dalla politica (pare abbia flirtato con d’Alema in Costa Smeralda) al cinema (quello di Monica Vitti, Monica Bellucci, ma anche quello di Edwige Fenech, altra sua grande amica, così come Sophia Loren), passando per le estati in compagnia dell’Avvocato. Di se stessa racconta di essere stata la prima musa di Dalì e Warhol, ben prima di Amanda Lear (che naturalmente viene nominata nel disco), dice di essere apparsa al Drive In (ma non dice in che ruolo, altrimenti sarebbe riconoscibile), di aver vinto al Festivalbar nel ’95, di aver fatto la modella (siamo sempre a Milano, dopotutto), la velina, ma anche l’amministratrice delegata della Rovagnati (“Ho scelto di lavorare lì perché mi piacciono molto le loro feste di Natale, e poi adoro vedere le aiuole pubbliche con la pubblicità dell’azienda che ne finanzia il mantenimento”). Tra i suoi miti, il Gabibbo ed Enrico Ghezzi, mentre sogna Marzullo per un’intervista “strana”.
Un puzzle di finissima cultura pop in cui il trash convive con l’intellighenzia, costruito con un uso abilissimo dell’ironia e di un’urticante provocazione.
Mentre racconta la genesi dell’album, il rischio è di pensare soprattutto a non perdersi nessuno dei riferimenti che infila – più o meno velatamente – tra le parole ( come quando si lascia sfuggire un “in verità io vi dico…”), come in Una donna che conta, seconda traccia del disco, vera e propria e surreale sfilata di celebrità da riconoscere.
Proprio nulla viene lasciato al caso, nemmeno la foto della copertina, sotto la quale si cela un’esegesi stupefacente: “La scimmia rappresenta uno stato pre-umano, noi siamo la scimmietta, solo con qualcosa in più: nell’immagine io allatto il mio primate, è il razionale che allatta l’irrazionale. E quella che si vede nella foto è la scimmietta che ho a casa, solo che non posso sempre portarla con me perché spesso è impegnata a rilasciare interviste”.

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UNA VITA IN CAPSLOCK è una sorta di Commedia dantesca (“Alighieri, l’avete già sentito nominare? E’ uno scrittore bravissimo, ve lo consiglio”), un album interiore e scurissimo, che può trovare la luce ideale solo sotto i flash e i neon di un club: c’è la discesa agli inferi, l’affronto delle paure e dei demoni interiori da buttare fuori, ci sono visioni distopiche, ma alla fine c’è la salita al Paradiso, con After Amore. E non importa che si tratti di una visione paradisiaca temporanea o artificiale, sempre di Paradiso si tratta.
A dare “bellezza” all’album ci pensano le presenze angeliche, e assolutamente antitetiche rispetto a tutto il resto, di Birthh, con il suo canto etereo (nell’interlude di Inferno, ad esempio, omaggio all’elettronica di Valerio Tricoli) e Adele Nigro degli Any Other, che porta il suono di un sax malato: “sono come gli angioletti della Divina Commedia, per cui lavorare con loro è stato naturale”. 
Per le basi invece, accanto al sempre presente collettivo Motel Forlanini, brillano anche i nomi di Riva, Populous, Zeus! e H-24, producer dall’identità misteriosa.
Si torna così alla maschera nell’era dell’ossessione per la celebrità, KETA sceglie di non apparire, ovviamente consapevole che la maschera attira la curiosità, ma ancora di più convinta che la sua è solo una maschera  dichiarata, contro tutte quelle invisibili che ognuno di noi si porta dietro ogni giorno. Dietro a quegli occhiali, MYSS KETA può essere e dire quello che vuole.
Quindi davvero non importa sapere chi si nasconde lì sotto, perché il gioco di MYSS KETA è affascinante e divertente proprio per il suo assurdo mistero: non c’è nessun divismo da proteggere, nessuna intenzione di creare un patinato distacco dal pubblico, ma al massimo la volontà di dare al pubblico esattamente quello che vuole, lasciandogli la possibilità di metabolizzarlo come meglio crede.

E poi ricordatevelo, la realtà supera sempre la fantasia.

Il tour di presentazione del disco proseguirà con i seguenti appuntamenti:
30 aprile – Roma, Monk
4 maggio – Bologna, Locomotiv
5 maggio – Livorno, The Cage
26 maggio – Molfetta (Ba), Eremo Club

#MUSICANUOVA: Mahmood, Uramaki

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“Premetto che sotto la doccia canto da paura… ma quel pomeriggio avevo cantato di merda. Questa volta ho aspettato un po’. Volevo fosse tutto come l’avevo immaginato. Volevo descrivere tutto quello che ho passato in quest’ultimo anno: persone che ho conosciuto, bar dove ho bevuto, relazioni che ho buttato…tutto. Sono felice. Racchiudere tutto ciò in una parola potrebbe sembrare riduttivo, ma pur sempre un bell’inizio”.

Tutto questo è finito in Uramaki, il nuovo, spiazzante singolo di Mahmood.
Quello che ci vuole adesso è un bell’album…

I MUSE portano al cinema ‘MUSE: DRONES WORLD TOUR’ – 12 e 13 luglio.

I MUSE

PORTANO AL CINEMA
‘MUSE: DRONES WORLD TOUR’

UNO SPETTACOLO CON EFFETTI SPECIALI MAI VISTI PRIMA

IN ITALIA SOLO PER DUE GIORNI IL 12 E 13 LUGLIO

Biglietti in prevendita dal 3 maggio

  

I Muse portano il loro ambizioso “Muse: Drones World Tour” nei cinema di tutto il mondo.

Grazie a questo evento esclusivo, in programma in Italia per due giorni, il 12 e 13 luglio, la band multi-platino di fama mondiale e i loro spettacolari droni a tutto tondo arriveranno sul grande schermo come appuntamento in contemporanea per tutti i fan dei Muse. I biglietti saranno in prevendita dal 3 maggio (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it e www.musedrones.film).

Girato e registrato durante diverse date del tour nel 2016, il “Muse: Drones World Tour” presenterà alcuni dei più grandi successi della carriera dei Muse tra cui “Psycho”, “Madness”, “Uprising”, “Plug in Baby”, “Supermassive Black Hole” e “Knights of Cydonia”. Il film concerto, diretto da Tom Kirk e Jan Willem Schram, contiene inoltre effetti speciali mai visti prima che rispecchiano il l’impressionante livello della produzione scenica creativa che i fan dei Muse si aspettano, offrendo un’incredibile esperienza sensoriale.

Oltre all’esclusiva testimonianza del gruppo che racconta il concetto creativo alla base del progetto, i punti salienti dello spettacolo includono droni che volano in mezzo al pubblico, proiezioni di dimensioni giganti ed elaborati effetti laser che creano un mondo misterioso e distopico.

Il New York Times ha descritto l’esperienza live dei Muse come “un crescendo senza fine, che procede da un picco all’altro: è questo quello che un concerto dei Muse si propone di offrire con ogni mezzo disponibile.”

Matt Bellamy ha dichiarato: “La simbiosi tra umanità e tecnologia è una cosa a cui sono sempre stato interessato. I droni sembrano essere una metafora moderna estremamente forte… Ma vogliamo lasciare che sia il pubblico stesso a chiedersi quale sia il ruolo della tecnologia nelle nostre vite e se sia una cosa buona o cattiva “.

Registi: Tom Kirk, Jan Willem Schram

La band: Matt Bellamy, Chris Wolstenholme, Dominic Howard

Durata: 90mins

Nazione d’origine: UK

Production: Torpack LTD (detentori dei diritti, prodotto con Muse e Corrino Studios)

A sorpresa RENATO ZERO annuncia su Facebook l’uscita il 18 MAGGIO del doppio CD “ZEROVSKIJ SOLO PER AMORE – LIVE”.

A SORPRESA RENATO ZERO ANNUNCIA SUL SUO PROFILO FACEBOOK L’USCITA DI “ZEROVSKIJ SOLO PER AMORE – LIVE”, IL 18 MAGGIO

A sorpresa Renato Zero ha annunciato sul suo profilo Facebook l’uscita il 18 maggio del doppio CD “Zerovskij Solo per Amore – Live”.

Dall’11 maggio sarà già disponibile in pre-order su iTunes e tutti coloro che lo acquisteranno riceveranno come instant gratification il brano “Potrebbe essere Dio”.

Dopo il grande successo dell’omonimo tour che la scorsa estate ha registrato ovunque il sold out e al cinema con il film concerto, primo nella classifica Cinetel durante i suoi giorni di programmazione, RENATO ZERO torna con l’album  “Zerovskij Solo per Amore – Live”, contenente oltre 2 ore di spettacolo.

Questo il post dell’artista:

https://www.facebook.com/renatozero/photos/a.177509748928053.49285.175785295767165/1927328763946134/?type=3&permPage=1 

ZEROVSKIJ è ostinatamente ancora presente! Sa di essere piaciuto, avendo raccolto consensi attraverso tutte le fermate effettuate dal suo poderoso treno. Qui, in questo elegante cofanetto, tutta la memoria musicale di tutti gli interpreti che si sono adoperati per realizzare quest’opera davvero rara e irripetibile.

Tutto questo “SOLO PER AMORE”. Amore per il pubblico. Per i progetti impossibili. Per il desiderio di non restare relegato tra i dischi di platino. Amore per l’impegno che ci rende partecipi e operativi sempre .

Ancora e definitivamente…

 

Zero Renato!

JOHN HIATT & THE GONERS feat. SONNY LANDRETH a luglio al Chiari Blues Festival.

JOHN HIATT & THE GONERS FEAT. SONNY LANDRETH

ARRIVANO IN ITALIA A LUGLIO AL CHIARI BLUES FESTIVAL

 

A tre anni dal suo show milanese, il cantautore americano John Hiatt torna in Italia per un’unica imperdibile data con The Goners feat. Sonny Landreth. L’appuntamento è martedì 10 luglio alla Villa Mazzotti di Chiari (BS) nell’ambito del Chiari Blues Festival. I biglietti saranno disponibili sui circuiti ufficiali Vivaticket e Ticketone dalle ore 11 di venerdì 19 gennaio; diffidate dai canali di vendita non ufficiali.

Cantautore, pianista e chitarrista, John Hiatt è uno dei più longevi, influenti e rispettati musicisti, le cui canzoni sono state riprese da mostri sacri del panorama musicale internazionale come Bob Dylan, Eric Clapton, Iggy Pop, Joe Cocker e Bonnie Raitt. Nel corso della sua carriera ha suonato diversi stili musicali, tra cui new wave e country ed è stato nominato al Grammy Awards innumerevoli volte.

“Terms Of My Surrender” è il ventiduesimo album in studio negli oltre quarant’anni di carriera di Hiatt. Prodotto dal suo storico collaboratore Doug Lancio, il disco ha raggiunto la quarta posizione della classifica US Folk Albums e ha ottenuto due nominations ai Grammy Awards 2014.

JOHN HIATT & THE GONERS FEAT. SONNY LANDRETH 

Martedì 10 Luglio 2018

Chiari (BS), Chiari Blues Festival – Villa Mazzotti (viale Mazzini 39)

Biglietti

Posto numerato: € 40,00 + prev.

Posto non numerato: € 35,00 + prev.

Biglietti disponibili sui circuiti ufficiali Vivaticket e Ticketone; diffidate dai canali di vendita non ufficiali.