Ho chiesto all’AI di riscrivere il testo di “Apnea” di Emma

Ho chiesto all’AI di riscrivere il testo di “Apnea” di Emma

Fresca di certificazione platino per Apnea, Emma ha rilasciato in digitale alcune versioni alternative del brano portato in gara all’ultima edizione del Festival di Sanremo.

In particolare, le nuove versioni disponibili sono quella acustica, realizzata insieme a Julien Boverod (in arte “Jvli”), il Remix, con l’apporto di JXN dei bnkr44 e la versione Strumentale.

Proprio l’ascolto di quest’ultima mi ha dato l’ispirazione per un piccolo esperimento tecno-trash (a dire il vero, più trash che tecno…): in che modo l’AI sarebbe in grado di rielaborare il testo di Apnea?

E quindi – per il semplice gusto del gioco – ho interrogato tre dei principali modelli di Intelligenza Artificiale attualmente disponibili in versione gratuita impostando per ciascuno il medesimo prompt, ovvero: “Rielabora completamente il testo di “Apnea” di Emma trasformandolo in una canzone sull’amicizia. Il testo deve rispettare la metrica e la struttura del brano originale. La canzone deve restare fedele allo stile di Emma Marrone.”

Il risultato? Questo…

La versione proposta da Chat GPT, il chatbot di OpenAI:

[Strofa 1]
C’è un legame che non muore mai
Come un fiore che fiorisce ogni giorno
Nel cuore nostro, senza fine sai
Un’amicizia che ci rende forti come un uragano

[Ritornello]
Noi siamo come onde nell’oceano
Che si abbracciano e non lasciano
Nel profondo di noi, c’è un legame sincero
Che ci unisce, anche nel buio più severo

[Strofa 2]
Come le stelle nel cielo, noi brilliamo
E anche se il tempo passa, non ci separiamo
Ridi e piangi, siamo sempre insieme
Come due angeli che custodiscono i sogni dell’anima

[Ritornello]
Noi siamo come onde nell’oceano
Che si abbracciano e non lasciano
Nel profondo di noi, c’è un legame sincero
Che ci unisce, anche nel buio più severo

[Ponte]
E quando la tempesta arriva
Ci stringiamo ancora di più
Perché insieme, l’amicizia ci avvolge
Come un abbraccio che non ha fine

[Ritornello]
Noi siamo come onde nell’oceano
Che si abbracciano e non lasciano
Nel profondo di noi, c’è un legame sincero
Che ci unisce, anche nel buio più severo

[Outro]
E questa amicizia, come una dolce melodia
Ci accompagna per sempre, nella vita che scorre via

La versione proposta da Gemini, il modello AI di Google:

(Verse 1)
Siamo legati da un filo invisibile
Un legame che il tempo non scalfisce
Tra sorrisi e lacrime condivisi
Un’amicizia che mai svanisce

(Chorus)
Respiro nell’aria che respiri tu
Sento il tuo cuore battere nel mio
Insieme affrontiamo ogni sfida
Un’amicizia che ci rende più forti, lo so

(Verse 2)
Nei momenti bui sei la mia luce
La spalla su cui piangere e sfogarmi
Con te divido gioie e segreti
Un’amicizia che sa sempre come calmarmi

(Chorus)
Respiro nell’aria che respiri tu
Sento il tuo cuore battere nel mio
Insieme affrontiamo ogni sfida
Un’amicizia che ci rende più forti, lo so

(Bridge)
Siamo come due anime gemelle
Due metà di un cerchio che si completano
Con te mi sento invincibile
Un’amicizia che dura per sempre, lo so

(Chorus)
Respiro nell’aria che respiri tu
Sento il tuo cuore battere nel mio
Insieme affrontiamo ogni sfida
Un’amicizia che ci rende più forti, lo so

(Outro)
Grazie per essere la mia amica
Un dono prezioso che terrò per sempre
Un’amicizia che vale più di ogni cosa
Un legame che mai si spezzerà, lo so

La versione proposta da Microsoft Copilot:

Ci ritroviamo qui, nell’ombra di un caffè
Tra le parole non dette e i ricordi che fanno male
E mi chiedo, se alla fine siamo ancora noi
O se il destino ha scelto di spezzare il nostro filo

Trova tu le frasi giuste, nei silenzi che ci separano
Nelle note di una canzone lontana, o nel vento
Io, se avessi un modo per tornare indietro
Non cambierei nulla, perché ogni istante con te è prezioso

Ritornello:
È colpa mia se adesso siamo in bilico
Ma è colpa tua, perché hai gli occhi che mi uccidono
Lo sai però, mi fai sentire il brivido di stare bene
Di stare insieme, anche se il nostro legame è in apnea

Non è una bugia, né nostalgia
È solo il veleno che ci ha avvelenato
Eppure, è tutto vero, ogni sorriso, ogni sguardo
Non mi piace niente, ma tu mi togli il respiro

Ponte:
Dimmi dimmi dimmi, se ti va di ricominciare
Di riscrivere la fine di questa storia
Senza rimpianti, senza rabbia, solo con affetto
Toglimi il respiro, come facevi una volta

Ritornello:
È colpa mia se adesso siamo in bilico
Ma è colpa tua, perché hai gli occhi che mi uccidono
Lo sai però, mi fai sentire il brivido di stare bene
Di stare insieme, anche se il nostro legame è in apnea

Outro:
Ricordati com’ero, quando ridevamo sotto la pioggia
Quando ogni tuo sorriso era il mio sole
Non mi piace niente, ma tu mi togli il respiro
Apnea, ah-ah, ah-ah, ah

Qualche considerazione…

Come era naturale aspettarsi, i 3 modelli interrogati hanno rielaborato il testo adottando una scrittura fatta di immagini generiche, standardizzate, ma mi ha comunque colpito come i 3 risultati siano molto diversi uno dall’altro, sia nella struttura – per quanto l’indicazione fosse quella di rispettare quella originale – sia nella riformulazione del testo. Mentre Chat GPT e Gemini si sono staccati dal testo di partenza, Copilot ha mantenuto diversi riferimenti all’originale.

Ora, oltre al fatto che avessi un po’ di tempo da perdere, cosa vuole dimostrare questo divertissement? Forse che avrei bisogno di esercitarmi un po’ con il prompt engineering, o forse che l’AI ha ancora un po’ di strada da fare.

Nel dubbio, mi riascolto la versione originale, che resta ancora la migliore.

“In Italia 2024”: Fabri Fibra rivisita il suo brano-manifesto

Ci sono brani che hanno un destino segnato fin dall’inizio, e a cui il tempo regala il privilegio di crescere e diventare manifesti generazionali.

Era il 2008 quando Fabri Fibra – in occasione della reissue del suo quarto album, “Bugiardo” – pubblicava In Italia: un brano diretto e affilato, una critica senza sconti al “paese delle mezze verità”.

Non erano ancora gli anni in cui i rapper affollavano le radio e le classifiche: gli esponenti del genere che riuscivano a farsi spazio sulla scena mainstream erano casi isolati.
Oggi, 17 anni dopo, le cose sono radicalmente cambiate nel panorama musicale, a dettare le regole del gioco sono altri protagonisti, e ciò che un tempo era confinato alla nicchia e all’underground oggi occupa il centro della scena.

Lo stesso non si può dire purtroppo della situazione del Paese, al punto che il testo del brano suona tanto attuale quanto nel 2008.

IN ITALIA 2024 è la dimostrazione di come una canzone, a distanza di 17 anni dalla sua pubblicazione, può avere ancora qualcosa da dire tanto da riuscire a farsi strada da sola e far sentire a tutti la necessità di rinascere in una nuova versione, con nuove voci e nuove rime”, ha affermato Fabri Fibra.

“Anche in un panorama dove il rap è cambiato, per suoni, flow e contenuti, In Italia ha un suono che funziona ancora oggi e le nuove strofe mie e di Baby Gang raccontano il nostro paese oggi, fotografano un’Italia ancora più complessa. Per chiudere il brano ci voleva qualcuno che potesse ricantare quel ritornello epico ed Emma è stata all’altezza del ruolo”.

Dove fuggi? In Italia
Pistole e macchine, in Italia
Machiavelli e Foscolo, in Italia
I campioni del mondo sono in Italia

Benvenuto in Italia
Fatti una vacanza al mare in Italia
Meglio non farsi operare in Italia
E non andare all’ospedale in Italia
La bella vita in Italia
Le grandi serate e i gala in Italia
Fai affari con la mala in Italia
Il vicino che ti spara in Italia

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Dove fuggi? Dall’Italia
Elegante borsa Gucci, dall’Italia
Ferrari e Lamborghini, dall’Italia
è pieno di maghrebini, in Italia
Come? Fascisti e razzisti al comando, in Italia
Ti accendi una canna puoi finire in una gabbia,
prendi una condanna che non vedi più tua mamma,
dal 2024 al 2040
Non è Chicago né Atlanta ma siamo in Italia,
paese dei corrotti e della mafia,
dove i tuoi soldi non sono sicuri in banca
perché da un giorno all’altro possono finire in tasca
Non è Renato Vallanzasca che intasca,
ma qua chi si rapina sta in giacca e cravatta
Lo Stato ci discrimina soltanto per la faccia,
lo sanno che una penna può far più male di un’arma

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità
Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità

Dove fuggi? C’è una guerra ogni giorno al telegiornale
Se fai soldi in Italia c’hai contro tutti
Scendi in strada con gli amici a festeggiare,
mani in alto puoi finire come Cucchi
Per l’industria c’è una mente militare,
Metal jacket sembra un film di Stanley Kubrik
dimmi ancora quante rime devo fare,
per sentirmi dire sei speciale
Quante rime devo fare per non finire ad un talent,
per non rubare, non spacciare, non sparare
Perdo la fede, è un reato federale
Peggio la rete o finire nelle retate
nelle mani sbagliate, altolà Tortora
una pioggia di lacrime color porpora
Qui brucia la speranza quindi bro, soffoca
Sei nato e morto qua,
nato qua e morto qua

Ci sono cose che nessuno ti dirà
Ci sono cose che nessuno ti darà
Sei nato e morto qua
Sei nato e morto qua
Nato nel paese delle mezze verità
(ti dirà)
(ti darà)
(ti dirà)
(ti darà)

“Latina”, l’estate fuori tempo di Emma

Sembra un reggaeton ma non è, serve a darti l’allegria….

Parafrasando una celebrerrima frase-jingle di Pollon combinaguai, si potrebbe così riassumere Latina, ultimo singolo di Emma, uscito un po’ a sorpresa lo scorso 27 agosto, a meno di un anno dalla pubblicazione dell’album Fortuna (di cui si è già esaurito il ciclo?).

E se da calendario l’estate dovrebbe essere quasi arrivata al capolinea, per l’artista pugliese sembra essere appena iniziata. Il nuovo brano è infatti quanto di più adatto si potrebbe pensare per un singolo destinato a far ballare – COVID permettendo – in riva al mare o sulla pista di una discoteca in una calda notte sotto le stelle, tra elettropop, sentori tropicali e percussioni sincopate.
Il mood della canzone è tra i più spensierati che si possano ricordare nella discografia di Emma, e lo stesso si può dire del video che l’accompagna, girato dai Bendo (Lorenzo Silvestri e Andrea Santattera).

A firmare il nuovo singolo è il terzetto formato da Edardo D’Erme (aka Calcutta), Davide Petrella) e Dario Faini (aka Dardust aka DRD), che si è occupato anche della produzione.


“Ho ricevuto questa canzone, Latina, il giorno del mio compleanno su Whatsapp da Calcutta, Faini e Petrella mi sono emozionata… era inaspettata… e ho sentito da parte di tutti la voglia di spingersi in acque inesplorate. Mi piacciono le sfide, mi piace provare a scoprire fin dove posso spingermi. Latina è proprio questo… una canzone forte e diretta che profuma di libertà. Mi sento proiettata in una nuova dimensione e sono pronta per questo nuovo cambiamento… ​sono solo una canzone… e sono qui dentro la radio​”.

E allora balliamo, finché si può…

BITS-RECE: Emma, all’improvviso la “Fortuna”

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Questo è un album che, almeno per il sottoscritto, arriva un po’ di sorpresa. A neanche un anno dalla riedizione di Essere qui, inizialmente pubblicato a inizio 2018 e poi rimpinguato di contenuti inediti proprio a novembre dello scorso anno, probabilmente in pochissimi si sarebbero aspettati l’uscita di un nuovo lavoro. Un nuovo album che è per giunta piuttosto generoso, visto che è composto addirittura da 14 canzoni.
La pubblicazione di Io sono bella a inizio settembre faceva pensare che qualcosa sarebbe successo, ma non in tempi così rapidi: e invece eccolo qui, Fortuna, settimo album di Emma.

E se Essere qui non aveva convinto fino in fondo, almeno chi era all’ascolto, con Fortuna Emma torna a fare centro, grazie anche alla brillante produzione firmata (anche) da Dardust: pop, rock, elettronica trovano un incastro perfetto, indovinato, in grado di dare a ognuno dei brani un timbro differente, ma nello stesso in linea con l’intero progetto.
Pazienza se il testo firmato da Vasco Rossi non è all’altezza delle precedenti prove offerte dal Blasco: il ventaglio di autori coinvolti nel disco è ampio come non mai e comprende tra gli altri anche Elisa, Franco 126, Maurizio Carucci degli Ex-otago, Giulia Anania, Daniele Magro, Antonio Maggio, Giovanni Caccamo, Antonio Di Martino, oltre alla stessa Emma, autrice di ben tre brani.
Ed è forse proprio questa varietà di penne a dare al disco il suo carattere multiforme e la vivida ispirazione che lo anima dalla prima all’ultima traccia senza lasciare momenti vuoti, senza sprecare nessuna occasione.
Fortuna è, ad oggi, probabilmente il disco più libero che Emma abbia realizzato, un album pieno, compatto e vario, contemporaneamente leggero e profondo: arrivata al decimo anno di attività – anniversario che sarà festeggiato il prossimo 25 maggio con un concerto all’Arena di Verona – la cantante, ma a questo punto sarebbe meglio dire cantautrice, pugliese dimostra di saper fare scelte ben precise e di avere il coraggio di andare oltre al singolo da classifica. Emma non è più solo l’artista grintosa degli inizi, ma con il tempo ha imparato a svelare anche i suoi lati più fragili, ha saputo cantare con leggerezza persino il dolore, così come trova spazio per dare sfogo alla gioia più potente, e in Fortuna tutto questo trova una luccicante testimonianza.
Lo dimostrano episodi come Luci blu, Mascara, Quando l’amore finisce, fino ad A mano disarmata, iper ballata finale.

Davvero niente male.

Emma sarà anche bella, il suo nuovo singolo un po’ meno


Non basta Vasco Rossi (e Gaetano Curreri).
Non basta l'(ennesimo) inno all’indipendenza e all’emancipazione.
Non basta Emma.
Non basta e basta.

“La montagna ha partorito un topolino”, racconta un’antica favola, e così è successo per la strombazzata collaborazione tra Emma e Vasco: una collaborazione che ha preso la forma e le note di Io sono bella, singolo con cui l’artista pugliese ha annunciato il grande ritorno sulle scene (già annunciata anche l’uscita di un nuovo album nei prossimi mesi).
In passato, quando Vasco ha scelto di collaborare – come autore – con qualche collega, lo ha sempre fatto misurando le sue mosse e trovando un giusto compromesso tra la sua scrittura e l’identità dell’interprete.
Con le donne poi è stato capace di una sensibilità sopraffina, che ha dato vita a meraviglie e sorprese: con Paola Turci ha valorizzato un’indole fiera (Una sgommata e via); in Patty Pravo ha saputo cogliere la poesia e la malinconia (… E dimmi che non vuoi morire), l’aura algida e sofisticata (Una donna da sognare), ma anche la vena più giocosa (La luna); per Irene Grandi ha privilegiato l’irriverenza sbarazzina (La tua ragazza sempre); da Laura Pausini è riuscito a prendere un po’ di autentica grinta (Benedetta Passione); con l’interpretazione di Noemi ha saputo mettere in evidenza i dettagli sbavati della vita (Vuoto a perdere).
Un equilibrio sempre perfetto, un’ispirazione sempre a fuoco messa al servizio altrui, senza risultare ingombrante.

Poi arriva questa Io sono bella, che inizia subito con “Fammi godere adesso”, e la memoria corre dritta dritta all’ormai leggendario “La la la la la la la… fammi godere” di Rewind. A cantare è Emma, ma quello che salta fuori dalla canzone è soprattutto lui, Vasco. Prendete per esempio il ritornello: chiudete gli occhi e immaginatelo cantato in concerto dal Kom. La scena si fa da sé.
Tutto il resto è un rincorrersi di “già sentito”, tra rivendicazioni di orgoglio, autostima e volontà di piacersi e piacere all’istante, senza pensare al dopo, sesso senza amore. Come direbbe la Miranda del Diavolo veste Prada, “avanguardia pura!”.
Pensieri e concetti di cui francamente non si sentiva la mancanza: Emma a quello che canta sembra credere davvero, e buon per lei, ma se la collaborazione con Vasco doveva essere il suo ritorno scintillante… beh, la miccia non si è accesa come avrebbe dovuto.

La base pestatissima di rock ed elettronica, prodotta da Dardust su musica scritta da Curreri, Gerardo Pulli e Piero Romitelli, funziona anche molto bene, ed è questo problema: Io sono bella non è una brutta canzone, è una canzone potenzialmente rovente come la rosa della copertina, ma che si spegne in un testo qualunque.
Che è molto peggio, perché di una brutta canzone magari ci si ricorda.

Radio Italia Live – Il Concerto approda a Malta. Sul palco anche Amoroso, Mahmood e Gabbani

Dopo i successi di Milano (27 maggio) e Palermo (29 giugno), il terzo appuntamento del 2019 di Radio Italia Live – Il Concerto sbarca nell’incantevole cornice di Fosos Floriana a Malta venerdì 4 ottobre 2019 per il Mediterranean Stars Festival.
L’evento si ripropone al pubblico con una line up stellare composta sia da alcuni dei più amati artisti italiani che da artisti provenienti da altri paesi del Mediterraneo: saranno infatti presenti Alessandra Amoroso, Gigi D’Alessio, Elisa, Emma, Francesco Gabbani, Guè Pequeno, J-Ax, Mahmood, Max Pezzali, Raf, Umberto Tozzi e anche artisti maltesi come Ira Losco e altri rappresentanti di un genere musicale di fusione fra la tradizione mediterranea ed il pop europeo.

Come per gli altri appuntamenti, la direzione musicale sarà affidata al Maestro Bruno Santori che dirigerà la Mediterranean Orchestra composta da più di sessanta musicisti professionisti. Il Maestro Bruno Santori, in doppia veste per questo appuntamento, si occuperà anche della direzione artistica del festival.

La location ideale per il Mediterranean Stars Festival non poteva che essere l’isola di Malta, cuore del Mediterraneo, vicinissima all’Italia e facilmente raggiungibile da tutti i paesi europei, nordafricani e asiatici che fanno parte dell’area. Malta, dal clima gradevole anche a Ottobre, è un binomio perfetto fra bellezze naturalistiche e cultura.

Il Mediterranean Stars Festival è una produzione del Mediterranean Tourism Foundation in collaborazione con Malta Tourism Authority e il Ministero del Turismo di Malta.

Il Mediterranean Stars Festival non sarà l’unico evento organizzato per i turisti che arriveranno a Malta per assistere al concerto del 4 ottobre. Infatti, saranno predisposte molte altre attività ed eventi che trasformeranno tutto il weekend in un’esperienza indimenticabile. Inoltre, sabato 5 ottobre a Valletta si terrà la Notte bianca, con attività e musei aperti fino a tarda notte. Un appuntamento che renderà il Festival la più importante manifestazione di cultura e arte di Malta.  Il Co-Fondatore e Segretario Generale del Mediterranean Tourism Foundation, Andrew Agius Muscat, ama sottolineare che il Mediterranean Stars Festival nasce dalla volontà di usare la musica come uno strumento per riunire le persone, promuovere la pace e rafforzare un’identità mediterranea comune.  L’obiettivo del Mediterranean Stars Festival è di diventare l’evento principale per la musica mediterranea sia per cantanti e musicisti affermati che emergenti con un forte legame artistico con l’area.

Secondo il Ministro del Turismo di Malta, Konrad Mizzi: “Il Mediterranean Stars Festival, che sicuramente potrà evolversi nei prossimi anni, è un’opportunità per rafforzare il turismo maltese proveniente dall’Italia e per consolidare il turismo dei paesi tradizionalmente più legati a Malta.”

Il Festival si ispira a UNWTO Sustainable Development Goals, l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite con sede a Madrid che si occupa del coordinamento delle politiche turistiche e promuove lo sviluppo di un turismo responsabile e sostenibile.

L’evento sarà trasmesso in diretta su Radio Italia, Radio Italia Tv (canale 70 DTT, canale 725 SKY, canale 35 TivùSat, solo in Svizzera Video Italia HD) e in streaming audio/video su radioitalia.it. Vivrà sulle app gratuite “iRadioItalia” per iPhone, iPad, Android, Windows Phone, Windows 10 e su tutti i dispositivi Echo, lo smart speaker di Amazon.

L’ingresso sarà completamente gratuito.
In previsione della grande affluenza di pubblico e per ragioni di sicurezza per assicurarsi la possibilità di essere presente a questo evento sarà necessario l’accreditamento sul sito https://www.ticketarena.co.uk/events/MEDITERRANEAN-ST

Info: https://medstarsfestival.com

BITS-CHAT: Le mie scelte di felicità. Quattro chiacchiere con… Emma

Quattro brani inediti e otto racconti scritti di suo pugno nelle pagine di un vero e proprio magazine: è la Boom Edition di Essere qui, nuova edizione dell’ultimo album di Emma pubblicato a gennaio.
“I repack fanno sempre bene ai dischi, non sono certo la prima ad averlo fatto. Se avessi voluto essere paracula avrei inserito qualche featuring, come va tanto di moda, ma non è mai stato nei progetti di questo album”.

Emma è così, vera e schietta, e quando parla sembra volersi spogliare di ogni difesa, quasi a mostrare più che nascondere le sue debolezze.
Fin dall’inizio dell’esperienza di Essere qui ha ripetuto quanto questo disco rappresentasse un passo avanti per lei, già dalla scelta di anticipare l’album con L’isola, un brano elettronico, molto distanze da tutto quello che aveva fatto fino a quel momento.
Poi è seguito un tour con un grandioso spettacolo portato nei palazzetti italiani, e che avrà un seguito con le nuove date fissate per febbraio e marzo 2019: “Ci sarà ancora l’Exit Club, ma questa volta non dovrò più chiedere il permesso per entrare perché nel frattempo sono diventata resident. Anzi, adesso sono io la proprietaria”. 

Perché Boom?
Perché è stata un’esplosione di idee: sono partita dall’8 capovolto che è diventato il simbolo dell’infinito e da lì mi è venuto lo spunto per il titolo. E’ una parola onomatopeica che siamo abituati a leggere fin da piccoli nei fumetti e rappresenta tutta l’esplosione che c’è stata intorno a questo progetto.

Cosa pensi che aggiungano al disco i quattro nuovi inediti?
Non aggiungono niente, sono semplicemente l’atto finale di un progetto che per me doveva essere così fin dall’inizio, ma che non ho potuto realizzare subito perché oggi i dischi con troppi brani sono difficili da portare avanti. Le canzoni erano già pronte, tranne Inutile canzone, che ho scritto all’ultimo momento tutta di getto: l’ho intitolata così perché dico cose talmente pesanti che almeno il titolo volevo che fosse leggero. Adesso Essere qui si presenta nella sua completezza.  

Come si svilupperà in futuro il progetto del magazine?
L’idea è di trasformare questo magazine in un appuntamento periodico, non legato all’uscita dei prossimi dischi, ma considerarlo una piattaforma che dia ai giovani la possibilità di esprimersi. In occasione del tour potrei inserire le foto migliori fatte dai miei fan, oppure potrei farmi intervistare nel backstage dai ragazzi che hanno voglia di scrivere e di cimentarsi in veste di giornalisti, e poi pubblicare le interviste sulle pagine del magazine. Già in questo primo numero ho pubblicato gli scatti live di due mie amiche appassionate di fotografia. In un’epoca in cui tutto corre veloce, questa può essere un’occasione per fermare nel tempo alcuni momenti. E’ un’idea un po’ romantica, me ne rendo conto.

Il titolo sarà sempre Boom?
Sì, la Boom si chiamerà sempre così. Ed è femmina.

Come hai lavorato a questi otto racconti?
Sono stati tutti scritti da me, non ho usato nessun ghostwriter: ho passato le vacanze vista Mac anzichè vista mare. Alcuni capitoli sono stati divertenti da scrivere, altri ho finito di leggerli a fatica perché mi sono molto emozionata. Non pensavo di riuscire a tirare fuori così tanto da me, e anche chi mi conosce da tempo è rimasto sorpreso leggendo queste pagine. Non c’era nulla di studiato, nessuno si aspettava così tanto materiale scritto, e avendo tutte queste pagine abbiamo potuto evitare di mettere tante immagini: non volevo uscire con il solito libro fotografico, magari sistemato da qualcun altro. Avrei venduto ai miei fan qualcosa di non vero, e alla mia età non ho voglia di farmi fare i compiti dagli altri: avevo tutto il tempo per realizzare il magazine, per cui ho voluto farlo esattamente come lo volevo, magari stando anche ore al telefono con il grafico per decidere i dettagli sui colori dei vari paragrafi.

Fin dalla prima presentazione di gennaio hai detto che questo è il disco più importante della tua carriera. Lasciando da parte tutte le considerazioni sulle vendite e le classifiche, a livello umano Essere qui ti ha dato tutto quello che ti aspettavi?
Questo è stato un anno durissimo, ma sono successi anche tanti piccoli miracoli, e ormai so che i cavalli vincenti si vedono alla fine della corsa. Sono sempre più convinta di voler restare in questo mondo: rimanere è difficile, ma ancora di più lo è mantenendo intatti l’istinto, la personalità e lo spirito con cui ho iniziato a fare questo lavoro, ancora prima di Amici. Forse da un punto di vista popolare e nelle classifiche si sta sempre un passo indietro rispetto a tanti altri, ma va bene così: questo è stato il mio disco X, sono arrivata a un bivio tra decidere se smettere di fare questo lavoro o continuare a farlo come voglio io, preparandomi le spalle larghe e lavorando tanto. Più volte mi sveglio la mattina con la tentazione di dire basta, ma poi la vita mi regala delle coincidenze che mi fanno capire che sto facendo bene, che il mio mondo è questo e che voglio continuare a fare musica senza farmi influenzare da quello che mi sta intorno. Sul piatto della bilancia Essere qui mi ha ripagato di tutto, a livello umano e artistico.

Più volte nel disco parli di coraggio: cosa significa per te?
Nella vita non ci sono scelte giuste o sbagliate, ci sono solo scelte. Io ho scelto di fare musica in questo modo e di diventare grande: ho un’età che mi porta a scrivere e a cantare in maniera diversa dal passato, e ci sta che non tutti siano pronti ad accoglierlo subito. Come si dice, se volevo piacere a tutti sarei nata Nutella, e forse non sarebbe bastato lo stesso. La differenza tra Amami e Inutile canzone è evidente: ho scelto di seguire questa maturazione, anche se riconosco che Amami è una bellissima canzone che si canterà ancora fra trent’anni. I cambiamenti spaventano tutti, ma io non voglio seguire l’abitudine, perché l’abitudine ti blocca: c’è chi non lascia un fidanzato per abitudine, o chi si sottomette a un lavoro sottopagato senza trovare una soluzione. Se una situazione non mi fa stare bene cerco sempre un modo per uscirne, sono così fin da bambina.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Essere qui è la mia ribellione.

200 artisti coinvolti, live e workshop: al via la seconda edizione della Milano Music Week

Milano al centro della musica: dopo il successo della prima edizione, torna dal 19 al 25 novembre Milano Music Week, la settimana – quest’anno ancora più internazionale – che racconta il mondo della musica attraverso tutta la sua filiera e i protagonisti che ne fanno parte.
Più di 200 artisti da ogni continente, 70 location, 135 live, 64 djset, 72 incontri e workshop di formazione, oltre 100 partner produttori di contenuti animeranno l’intera città, offrendo un’occasione unica per vivere la musica più da vicino, per entrare nei luoghi dove si fa e si impara, scoprirne il dietro le quinte, conoscere gli artisti e le principali figure di questo settore.
Milano Music Week è un’iniziativa promossa da Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), ASSOMUSICA (Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal Vivo) e NUOVOIMAIE (Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti o Esecutori), con il patrocinio del MiBAC Ministero per i beni e le Attività Culturali.

Da sempre città trainante per la vitalità dello spettacolo e della musica, Milano si conferma un punto di riferimento sia per il pubblico, con una proposta musicale ampia e di qualità tutto l’anno, sia per i professionisti del settore, quale protagonista nella filiera musicale nazionale e internazionale. E, proprio a partire dalla MMW, favorisce la collaborazione fra realtà differenti – dalle major alle etichette indipendenti, dai grandi locali alle associazioni – che compongono il dinamico tessuto artistico e produttivo milanese. La Lombardia detiene infatti il primato di regione regina della musica con il 20,2% delle imprese del settore, mentre Milano rafforza il suo il ruolo di Music Cityitaliana per eccellenza, con oltre 2.600 eventi all’anno e un volume d’affari per concerti che supera i 52 milioni di euro, circa 950 imprese in costante crescita (in aumento del 2,7% nell’ultimo anno e pari al 9,6% del totale nazionale),oltre 7.000 addetti che operano nel settore (pari al 13,2% a livello nazionale), dato SIAE 2017, dato Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi.

Concerti, showcase, incontri e momenti di formazione, mostre, presentazioni di nuovi progetti discografici ed eventi speciali: saranno oltre 170 gli appuntamenti in programma durante la Milano Music Week, dal centro alle periferie, tra grandi palazzetti, piccoli club, locali storici ma anche nuovi luoghi della Milano contemporanea, come l’Apple Store o Starbucks Reserve Roastery, e l’apertura straordinaria delle case discografiche al pubblico. Tanti gli artisti italiani e internazionali da ascoltare o incontrare: Elisa, protagonista della serata inaugurale VH1 Storytellers, Eros Ramazzotti, MHD, per la prima volta in Italia, i Mudhoney, Emma Marrone, Riccardo Sinigallia, Jean Michel Jarre, Trevor Horn, Dolcenera per citarne solamente alcuni.
Non mancheranno inoltre speciali occasioni di apprendimento e conoscenza dei meccanismi e delle dinamiche del mondo musicale con i maggiori esperti del settore a partire da Linecheck Music Meeting and Festival che si conferma la principale music conference italiana.
“Il concetto portante di questa edizione di Milano Music Week è il racconto della musica. Una settimana in cui si potranno conoscere tutte le fasi di creazione, produzione ed esecuzione musicale. Per questo Elisa è una artista perfetta per dare il via alla settimana con VH1 Storytellers, in cui racconterà le sue canzoni e la sua storia. Per sette giorni Milano presenterà eventi di tante tipologie differenti e sarà possibile entrare in contatto diretto con tutte le figure professionali che animano questo mondo, per fornire un’idea il più possibile completa su cosa significhi oggi la musica come arte,cultura, lavoro, impresa, intrattenimento, spettacolo”, afferma Luca De Gennaro, curatore della Milano Music Week e Vice Presidente Talent & Music di Viacom International Media Networks.

PMI – Produttori Musicali Indipendenti, l’Associazione dell’industria musicale indipendente italiana, partecipa come partner alla seconda edizione della Milano Music Week con un doppio appuntamento. Giovedì 22 novembre, ore 18.00, presso la sala C di BASE Milano in via Bergognone 34, si terrà il workshop “Mental Health in the Music Industry”, un incontro dedicato a professionisti e appassionati del settore in cui si affronterà il delicato tema della salute mentale nella music industry, con particolare riguardo alla realtà italiana. Prenderanno parte all’incontro: Mauro PaganiDanilo Spada (Dottore di Ricerca in Psicobiologia presso Università Statale di Milano), Paul Pacifico (CEO di AIM – Association of Independent Music – Membro del Board di Impala), Kees van Weijen (Presidente Impala – Owner di HIT4US Entertainment). Modererà: Oliver Dawson.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Venerdì 23 novembre, alle 14:15, presso la sala B di BASE Milano in via Bergognone, 34. sarà invece la volta di “Never Walk Alone, il valore delle aziende indipendenti nello sviluppo della carriera di un artista”.
Nel panel si discuterà del ruolo che hanno le strutture indipendenti nella creazione e nello sviluppo della carriera di un artista.
Prenderanno parte all’incontro: Mark Kitcatt (Chairman di Impala), Emanuela Teodora Russo (Avvocato – Note Legali – S&C – NUOVOIMAIE), Marco Gallorini (Presidente di  Woodworm Publishing Italia), Lorenzo Grignani (Managing Director di FUGA ItaLy).

Ingresso con abbonamento Linecheck Full Pass o Musicmeeting Pass disponibili al link www.diyticket.it/taWSwG.

Sarà Palazzo Giureconsulti (Piazza Mercanti, 2) l’infopoint della Milano Music Week, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19.
Qui verranno inoltre ospitati una serie di panel sulle realtà musicali e sul rapporto con le tecnologie digitali 4.0, in collaborazione con il Punto Impresa Digitale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Per l’intera settimana, Palazzo Giureconsulti sarà centro della scena musicale milanese anche grazie alla collaborazione con l’associazione Artisti di Strada di MilanoSarà Palazzo Giureconsulti (Piazza Mercanti, 2) l’infopoint della Milano Music Week, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19.

Faccio Quello che voglio: il video dell’anno lo ha fatto Rovazzi. Con Al Bano, Cracco e Briatore

Fabio Rovazzi e Carlo Cracco IMG_0136
Diavolo di un Rovazzi!
Quando l’estate stava ormai entrando nel pieno del suo giro e pensavamo che la serie dei candidati tormentoni fosse terminata, ecco che lui dal nulla arriva e fa il colpaccio con un singolo, Faccio quello che voglio, che scuoterà le acque, ma ancora di più con un video candidato a essere una delle produzioni più mastodontiche e geniali degli ultimi anni in Italia.
COVER FACCIO QUELLO CHE VOGLIO
Definirlo videoclip è infatti riduttivo, dal momento che si tratta di un vero e proprio corto di oltre 9 minuti, realizzato con un’impronta cinematografica, a cominciare dalla font utilizzata per il titolo sulla copertina, un chiaro riferimento ad Arancia meccanica.
Pensato come il secondo capitolo di una trilogia iniziata con Volare e che avrà la sua conclusione in autunno, se con il brano precedente Rovazzi rifletteva sul successo effimero della società ironizzando sull’utilizzo ossessivo dei social, con Faccio quello che voglio aggiunge un tassello al racconto attraverso una provocazione e una riflessione che nasce dall’esigenza di porre l’accento su modelli di riferimento e comportamenti sbagliati, spesso osannati e portati alla ribalta anzichè essere condannati.
La trama del video è questa: si riparte da Gianni Morandi che svela a un Rovazzi in crisi creativa che la paura degli artisti è quella di perdere il proprio talento tanto da rivelargli l’esistenza di un caveau che custodisce la “pozione magica” in preziose pillole e boccette. Scatta perciò un piano diabolico: Rovazzi entra nella banca e ruba le boccette contenenti il talento di alcuni artisti e si ritrova coinvolto in una rocambolesca fuga dalla polizia che lo insegue a sirene spiegate. Dopo un inseguimento in mare “alla James Bond”, Rovazzi si ritrova in prigione, con un finale inaspettato. 
Tutto questo sulla colonna sonora del nuovo singolo scritto con Danti e Sissa e prodotto da Simon Says, che vede la partecipazione di Al Bano, Emma e Nek, mentre ad interpretare il video è un cast colossale di artisti che comprende, oltre a già citati Al Bano e Gianni Morandi, Carlo Cracco, Eros Ramazzotti, Fabio Volo, Rita Pavone, Massimo Boldi, Flavio Briatore e Diletta Leotta.
La voce narrante è invece quella di Roberto Pedicini, celebre per aver doppiato Kevin Spacey anche nel capolavoro di American Beauty
Azione, colpi di scena, effetti speciali degni di Hollywood, ma soprattutto una dose massiccia di ironia (la visione di Morandi con canna da pesca e camicia di Versace è qualcosa di altamente surreale, così come veder rappare Cracco…), come tutto quello che anima l’universo di Rovazzi da quando, ormai due anni fa, il suo nome ha iniziato a macinare traguardi grazie al megasuccesso di Andiamo a comandare.

Ma a sentirlo parlare, nonostante gli 11 dischi di platino conquistati in così poco tempo e nonostante un film – Il vegetale – che lo ha già visto protagonista lo scorso anno, Fabio Rovazzi non sembra essersi fatto abbagliare dalle illusioni e le idee sembra averle ancora molto chiare: a chi mette in dubbio le sue doti di cantante risponde tranquillamente che non si sente un cantante, e anche da questo nasce l’idea sviluppata nel video di Faccio quello che voglio di rubare agli altri artisti il talento e la bellezza.
Almeno un innegabile talento però Rovazzi ce l’ha, ed è una lucida creatività messa al servizio del videomaking, da sempre la sua vera passione: all’inizio si è fatto notare proprio grazie ai video realizzati su Youtube e non per niente ha da poco dato una vita a una società di produzione, la Raw srl, con la quale ha realizzato l’ultimo video.
Tra i suoi obiettivi per il futuro c’è la regia di un film tutto suo, mentre è già in onda lo spot della Fiat Panda in cui è protagonista e per il quale ha curato in prima persona l’ideazione e la realizzazione: una collaborazione, quella con Fiat, che avrà ulteriori sviluppi anche in futuro.

Inevitabile non fare almeno un accenno alla vicenda con Fedez e alla rottura di una collaborazione che pareva ormai consolidata. “In genere non mi piace parlare dei cazzi miei. Le amicizie nascono, crescono e a volte inciampano, come è successo a noi, perché nascono velleità diverse: resterò comunque grato per sempre a Federico per tutto quello che ha fatto per me nei primi anni”.

Emma e le sue nuove sicurezze in Essere qui

EMMA_DSCF1987_foto di Kat IrlinNella carriera di ogni artista c’è un disco che segna l’upgrade, il momento della svolta, della “maturità” (vera o presunta), in cui il passato ha davvero il suono del passato e il presente ha tutta un’altra forma. Per Emma questo momento sembra proprio essere arrivato, e a testimoniarlo è il suo ultimo album, Essere qui, uscito a più di due anni dal precedente Adesso, che, a dirla tutta, i primi segni di un cambiamento e di una maturità già li lasciava vedere.
Dopo anni di attività ininterrotta, Emma si è fatta un regalo, quello del tempo, per capire dov’era arrivata e dove voleva andare: la rocker con il chiodo e la camminata “da dura” ha lasciato il posto a una donna che non teme di mostrare una nuova femminilità, anche per andare contro ai pregiudizi che la volevano eterna figlia del talent, la biondina carina incapace di trattare davvero la musica. Ha dovuto fare i conti con le insicurezze che l’hanno sempre accompagnata e si è scoperta più indulgente e più paziente, anche e soprattutto con se stessa. In più, è arrivato un nuovo modo di cantare (“non migliore o peggiore, semplicemente diverso, perché la voce ha dei percorsi suoi”).
Tutto questo è stato il punto di partenza per il nuovo album. Un disco molto eterogeneo nei suoni e nella forma. A confermarlo basterebbe notare come L’isola, il primo singolo, non ne sia uno specchio fedele: “So che di solito il primo singolo deve dare un imprinting all’intero disco, ma ho voluto fare una scelta forse un po’ folle, perché quando ho ascoltato per la prima volta L’isola, due anni e mezzo fa, è stata per me come un fascio di luce. Sceglierla come primo singolo è stato un modo per darle l’importanza che ha avuto per me e per la creazione di questo progetto. Le classifiche le abbiamo davanti tutti, ma non si può fare musica guardando solo a quelle, non si possono fare rivoluzioni senza morti e feriti. Vorrei anche che si imparasse ad andare più in profondità, a non giudicare un disco solo dal primo singolo”.
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Dentro all’album, accanto ai manifesti di forza e coraggio, si parla di donne (Le ragazze come me), sesso, anche in maniera piuttosto disinvolta come in Effetto domino e cyber bullismo, come in Malelingue: “Non è tanto una canzone contro gli haters, perché non voglio dar loro troppa importanza, ma è soprattutto un manuale d’istruzione su come superare le critiche che arrivano da web. Ci sono persone che non sono state abbastanza forti e sono morte per gli attacchi ricevuti in Internet, invece bisognerebbe affrontare tutto con il sorriso e andare avanti”.

Tanti anche gli autori coinvolti, tra conferme e novità: da Roberto Casalino a Giulia Anania, Alessandra Flora, Amara, Giovanni Caccamo, Giuliano Sangiorgi.
Solo un pezzo invece porta la firma di Emma, Sorrido lo stesso: “Avevo scritto tanti altri pezzi, ma non ho voluto fare un disco autoriferito, preferendo dare spazio a brani di altri autori che mi sembravano più adatti in questo momento. Sorrido lo stesso l’ho scelto perché penso rappresenti bene quello che sono oggi”.
Grande varietà anche tra i musicisti che hanno suonato all’interno dell’album, da Paul Turner dei Jamiroquai a Ninja dei Subsonica, Lorenzo Poli, Luca Mattioni, Adriano Viterbini, Andrea Rigonat: “Non è vero che i musicisti appartengono a dei generi. I musicisti appartengono alla musica, e se uno suona blues non è vero che non può suonare pop, questa è un’idea che si fa chi guarda la musica dall’esterno. Suonare con questo gruppo di persone mi ha reso onorata, perché mi sono sentita trattata anch’io come una musicista”.
EMMA_DSCF2039_foto di Kat Irlin

Infine, la spiegazione del titolo, Essere qui: “Stavolta è arrivato molto tardi, mentre spesso capitava che trovassi il titolo dell’album prima di avere i pezzi pronti. Lo spunto mi è arrivato da una lettura, e mi è sembrata l’espressione perfetta per spiegare come mi sento: sono qui, a fare quello che amo di più, con le nuove certezze che ho trovato. Considero questo album come un nuovo punto di partenza. Tutto cambia, mi mette ansia ciò che resta per sempre. Se mi sentissi arrivata significherebbe che non avrei più nulla da dire”. 

Da maggio anche il nuovo tour.

Queste le date confermate:
16 maggio
 – Pala Lottomatica di Roma
18 maggio
 – Mediolanum Forum di Assago (Milano)
19 maggio
 – Pala Alpitour di Torino
21 maggio
 – Kioene Arena di Padova
23 maggio
 – Nelson Mandela Forum di Firenze
26 maggio
 – Pal’Art Hotel di Acireale (Catania)
28 maggio
 – Pala Partenope di Napoli

Biglietti già in vendita su TicketOne e dal 29 gennaio nei punti vendita tradizionali.