BITS-CHAT: Moltiplicare l’amore. Quattro chiacchiere con… Niccolò Agliardi

Niccolò Agliardi_foto di Giovanni de Sandre 3 b

“Vita: istruzioni per l’uso”.
Sugli album di Niccolò Agliardi potrebbe tranquillamente essere stampata questa dicitura, come buon viatico di ogni singolo giorno. La sua è l’opera di uno che la vita sembra conoscerla molto bene nei suoi rettilinei, nelle sue deviazioni, nei labirinti, nei suoi percorsi aperti solo a pochi, e altrettanto bene sa raccontarla in parole e musica. Lo si intuisce anche dal tono quasi intimo con cui durante questa intervista parla del suo lavoro e di quello gli sta intorno e dall’attenzione con cui sceglie le parole. Non a caso la sua penna è quella a cui si affidano spesso molti tra i più importanti interpreti della scena italiana (un nome su tutti, Laura Pausini).

Ma a quella di autore, Agliardi ha affiancato negli anni anche una carriera di cantautore, che viene riassunta ora in Resto, doppio album antologico diviso nei due dischi Ora e Ancora e in uscita il 14 settembre. Accanto a piccoli gioielli come Da casa a casa, Perfetti e L’ultimo giorno d’inverno, nella raccolta – che non ha nessun intento celebrativo, precisa lui – c’è spazio anche per tre inediti, Johnny, Di cosa siamo capaci e Colpi grossi.
Niccolò Agliardi_a_foto di Francesca Marino_b
Quando si arriva a pubblicare un’antologia, soprattutto se è doppia, è il segno che di strada se ne è fatta tanta…

Sei troppo benevolo, ma ci tengo subito a dire che dietro a questo disco non c’è nessun intento celebrativo: semplicemente sono in un momento molto fortunato della mia vita in cui faccio cose che mi piacciono molto, ma mi mancava un po’ sentirmi rappresentato dalle mie canzoni. Oggi, a 44 anni, sento di aver scritto delle buone canzoni che forse ho un po’ abbandonato a loro stesse e che meritavano un vestito diverso: con i miei adorati musicisti ci siamo guardati in faccia e abbiamo iniziato a pensare a quali sono le canzoni che amiamo suonare dal vivo perché sanno di realtà e di vita, ma che sui dischi non ci convincevano fino in fondo. È stato un lavoro di restauro corale, vissuto come un divertimento: per me questi brani sono come degli inediti.

Come ti sei sentito nel riprendere in mano canzoni che avevi scritto magari 10 o 15 anni fa? Ti sei riconosciuto in quei testi?
Sì, pienamente, ed è il motivo per cui ho scelto di mettere nell’album proprio quelle canzoni. Quelle parole mi rappresentano ancora, sono autentiche, come se le avessi scritte un mese fa. Quello che volevo cambiare era il modo in cui suonavano o come le avevo cantate.

E come hai scelto di dividerle tra Ora e Ancora?
In Ora ho messo le canzoni che avevano bisogno di un restauro o di una rivisitazione totale, perché ci siamo resi conto che non funzionavano e meritavano una seconda possibilità: siamo ripartiti da zero, cambiando anche la tonalità e la velocità. Ho voluto inserire anche due omaggi: uno a Fossati con Naviganti, un pezzo che nella sua semplicità mi dilania l’anima, e uno alle sorelle Bertè con Stiamo come stiamo, una canzone del 1993 che trovo formidabile per il suo messaggio di riscatto e dolore. E poi ci sono due inediti, Johnny e Di cosa siamo capaci. In Ancora invece c’è il terzo inedito, Colpi forti, e ci sono canzoni che andavano già bene così com’erano, ma sulle quali mi ero fissato per alcuni particolari. Ho voluto ricantare alcune parti o anche solo alcune parole, ritoccare la voce perché magari era troppo bassa: per usare una metafora, è stato un po’ come fargli un’iniezione di botulino.

Ti confesso che trovare una cover di Stiamo come stiamo è stata una bellissima sorpresa.
Credo che sia un brano potentissimo per il suo essere spaccato tra dolore e speranza, ma non ha avuto la fortuna che meritava, e per questo ho deciso di metterlo nella mia antologia. Ha avuto un destino simile a molte mie canzoni, l’ho sentito affine: non ho voluto rifarlo per ergermi a paladino della giustizia, ma ho pensato che forse riproponendolo potevo farlo conoscere a chi nel ’93 era troppo piccolo o magari se l’era distrattamente perso.
Niccolò Agliardi_foto di Giovanni de Sandre b

Gli inediti invece come li hai scelti? Sono lì dentro per un motivo particolare?
Sono tre brani accomunati dal concetto di famiglia, visto da tre punti di vista diversi. Per descriverli mi piace utilizzare il paragone, forse un po’ azzardato, con la trilogia di Titanic di De Gregori. In Johnny parlo della mia famiglia di oggi e racconto la mia esperienza di papà affidatario di un ragazzo, quindi c’è una visione paterna; Di cosa siamo capaci parla invece delle nuove famiglie, quelle formate da persone che si vogliono bene e si sentono protette pur non essendo imparentate da legami di sangue e che non necessariamente sono rappresentate della bandiera arcobaleno; il terzo inedito, Colpi forti, è un po’ più duro, ma altrettanto pieno d’amore: mi rivolgo per la prima volta a mio padre non più solo da figlio ma a mia volta da padre.

L’esperienza da papà affidatario ti sta insegnando qualcosa?
Mi sta insegnando tantissimo e mi sta facendo scoprire molte cose di me che non conoscevo: è un’esperienza che ti mette in gioco da quando apri gli occhi al mattino a quando li richudi alla sera, e non è detto che la sfida non continui poi anche durante i sogni. Devi imparare a dividere tutto per due, per scoprire che non si tratta di una divisione, ma di una moltiplicazione di amore, di affetto, di possibilità e di opportunità, non solo per Johnny, ma anche per me. Richiede impegno e coraggio, altrimenti rischia di diventare un boomerang pericoloso. Sto imparando la pazienza, e sto imparando a non desiderare che Johnny diventi una mia copia, ma a essere per lui una guida.
Niccolò Agliardi_cover RESTO
L’artwork dell’album è popolato da tante figure di origami, una per ogni brano: le associazioni sono casuali?
Non le ho fatte io, ma è tutta opera di due miei carissimi amici grafici, Simone Valentini e Manuele Capone. Non ho mai chiesto ai ragazzi se le associazioni siano state casuali o mirate. L’idea degli origami è nata una sera, guardando un cavalluccio marino che nuotava solitario e aristocratico.

Riguardo invece al titolo della raccolta, nella vita quanto coraggio pensi che serva per restare?
Tanto, tanto, tanto. Scappare è da vigliacchi, ma a volte ci salva la vita: restare significa non essere codardi e rispettare la propria coerenza, mantenere un impegno preso. Andare fino in fondo, giocando fino all’ultima carta, che spesso è quella vincente.

Cosa diresti oggi al Niccolò Agliardi che ha scritto Fratello pop?
Gli direi di andare avanti, anche se farà fatica, perché a 40 anni si ritroverà nelle tasche qualcosa di prezioso. Da un punto di vista più umano invece gli direi di non arrabbiarsi se il suo fratello pop non è come lui: anche se l’altro non gli assomiglia, non è detto che non lo capisca.

Pensi che il cantautore abbia ancora un ruolo preciso nella società di oggi?
Magari non si chiama cantautore, ma rapper, trapper o interprete. Non so se oggi il cantautore, categoria alla quale sento di far parte, sia ancora una figura necessaria: quello che invece è sicuramente necessario è la letteratura che si condivide, sono importanti i messaggi, i contenuti. La forma può cambiare come cambiano le epoche.

E tra i nuovi cantautori italiani c’è qualcuno che ti piace in particolare?
Mi piace molto Motta.
Niccolò Agliardi 6b_Credito fotografico di Francesca Marino
Come ti sei trovato nell’esperienza televisiva di Dimmidite?
Benissimo! Mi sono divertito molto anche perché ho lavorato insieme ai miei musicisti: Giacomo e Tommaso Ruggeri, Francesco Lazzari e Giordano Colombo, che è anche il produttore dell’antologia. Ho potuto fare quello che mi piace, raccontare le storie degli altri e trasformarle in canzoni, e ho potuto farlo con persone divertenti. Mi piace farmi spiegare dagli altri quello che non so fare: scrivere canzoni è una cosa che si fa spesso in solitudine, invece in televisione lo abbiamo fatto in tanti. E mi piace affidarmi agli altri, perché se sono complici e alleati ti aiutano a diventare più bravo in ciò che fai.

Di solito concludo le interviste chiedendo di darmi una definizione di ribellione, ma a questa domanda avevi già risposto in un’intervista precedente. Ti propongo allora cinque parole che ho scelto pensando a te e per quella che preferisci ti chiedo di darmi una tua definizione: parola, famiglia, silenzio, fragilità e paura.
Ti voglio dare un aggettivo per ognuna. (prima di pronunciare ogni definizione Niccolò medita alcuni secondi, ndr) Per parola ti dico “facoltativa”, per famiglia “libera”, per silenzio “necessario”, per fragilità “preziosa” e per paura scelgo… “insidiosa”.

 

Agliardi presenterà la raccolta in Feltrinelli il 22 settembre a Roma (Red Tomacelli) e il 26 settembre a Milano (Red Porta Romana).

Bohemian Rhapsody: inediti e rarità nella colonna sonora del film che celebra l’ascesa dei Queen

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Per la prima volta in assoluto le tracce audio della leggendaria esibizione dei Queen al “Live Aid” vengono pubblicate come parte integrante della Colonna Sonora di Bohemian Rhapsody, il film di 20th Century Fox e Regency Enterprises che sarà proiettato nelle sale italiane dal 29 novembre per celebrare i Queen, la loro musica e la straordinaria figura di Freddie Mercury. Registrate durante lo storico concerto di Wembley nel luglio 1985, queste canzoni del “Live Aid” sono tra le rare gemme e le versioni inedite del ricco catalogo della band.

L’album presenta anche altri rari brani dal vivo che ripercorrono l’intera carriera dei Queen, nuove versioni dei loro successi ed una selezione delle migliori registrazioni in studio, fra cui 11 canzoni che hanno raggiunto la vetta delle chart.

Nel film, Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy e Joe Mazzello interpretano rispettivamente Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon; Lucy Boynton vestirà i panni di Mary Austin, compagna di vita di Freddie.
La colonna sonora viene pubblicata in CD e in digitale il 19 ottobre.
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Nel corso degli anni la musica dei Queen si è rivelata irresistibile per molti filmmaker ed è stata utilizzata per numerose pellicole epiche: l’album A Kind of Magic del 1986 era basato su 6 canzoni composte per l’avventuroso viaggio nel tempo di Highlander.
Bohemian Rhapsody è invece una colonna sonora completa, la seconda dopo Flash Gordon del 1980. Il film utilizza solo parti delle canzoni e dei brani dal vivo, mentre il disco ne presenta le versioni integrali.
Le 22 canzoni sono state prodotte da Brian May e Roger Taylor, in collaborazione con gli assistenti di studio Justin Shirley-Smith, Kris Fredriksson e Joshua J Macrae, mentre Adam Ayan e Bob Ludwig si sono occupati del Mastering.
L’obiettivo più importante del team che ha lavorato alla colonna sonora è stato quello di reperire le versioni delle canzoni della band, in particolare le esibizioni dal vivo, più adatte alla narrativa della sceneggiatura, realizzando nello stesso tempo anche un vero e proprio album in grado di vivere autonomamente, sottolineando i momenti-chiave della narrazione.

Brian May ha inoltre ideato una nuova versione della famosa 20th Century Fox Fanfare, arrangiandola con il suo inconfondibile sound unito alle percussioni di Roger Taylor; il risultato è una sorprendente fanfara di apertura perfettamente adeguata al film.

L’audio dei cinque brani tratti dall’esibizione al Live Aid del 13 luglio 1985 non era mai stato pubblicato prima d’ora e quell’audio è pertanto un’esclusiva.
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Fat Bottomed Girls è inedita ed arriva dagli spettacoli di Parigi del 1979 (“Jazz” world tour), Now I’m Here è stata registrata nel 1975 all’Hammersmith Odeon di Londra in occasione della sfilata della vigilia di Natale e il duetto tra Freddie e Brian in Love of My Life è parte del festival Rock in Rio del gennaio 1985. Prima d’oggi quest’ultima traccia era disponibile solo nelle versioni video della performance.
Le registrazioni in studio dell’album sono stati rimasterizzati da Bob Ludwig nel 2011 ed unanimemente considerati le versioni migliori e definitive.

We Will Rock You inizia come una versione in studio per poi integrarsi perfettamente in un’esibizione dal vivo con la partecipazione del pubblico. Questo mash-up è stato realizzato appositamente per il film Bohemian Rhapsody. 
Don’t Stop Me Now presenta nuove parti di chitarra registrate da Brian ed è molto più simile a come la band suona oggi il brano dal vivo.
Doing All Right era stata originariamente registrata dagli Smile, la band prodromica dei Queen, composta da Brian e Roger con il cantante Tim Staffell. Quando Tim se ne andò, Roger e Brian si unirono a Freddie per formare i Queen, che la reinterpretarono includendola nel loro primo album. Per ricreare la versione originale degli Smile, Brian e Roger si sono riuniti con Staffell agli Abbey Road Studios per registrare nuovamente Doing All Right e completare la Colonna Sonora di Bohemian Rhapsody. Questa session, con le voci di Roger, Tim e Brian è stata dunque realizzata quasi 50 anni dopo la registrazione originale degli Smile.
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Questa la tracklist della colonna sonora originale di Bohemian Rhapsody:
20th Century Fox Fanfare 0:25
Somebody To Love 4:56
Doing All Right… revisited (Performed by Smile) 3:17
Keep Yourself Alive (Live At The Rainbow) 3:56
Killer Queen 2:59
Fat Bottomed Girls (Live In Paris) 4:38
Bohemian Rhapsody 5:55
Now I’m Here (Live At Hammersmith Odeon) 4:26
Crazy Little Thing Called Love 2:43
Love Of My Life (Rock In Rio) 4:29
We Will Rock You (Movie Mix) 2:09
Another One Bites The Dust 3:35
I Want To Break Free 3:43
Under Pressure (Performed by Queen & David Bowie) 4:04
Who Wants To Live Forever 5:15
Bohemian Rhapsody (Live Aid) 2:28
Radio Ga Ga (Live Aid) 4:06
Ay-Oh (Live Aid) 0:41
Hammer To Fall (Live Aid) 4:04
We Are The Champions (Live Aid) 3:57
Don’t Stop Me Now… revisited 3:38
The Show Must Go On 4:32

Domenica evento dedicato a Lucio Battisti a vent’anni dalla sua scomparsa allo SPIRIT DE MILAN di Milano.

SPIRIT DE MILAN

Un locale dal sapore vintage con tanta musica dal vivo

sorto nelle Cristallerie Livellara a Milano 

DOMENICA SERATA DEDICATA A LUCIO BATTISTI,

A VENT’ANNI DALLA SCOMPARSA con tanti ospiti

 

Dopo un’estate ricca di concerti, il locale SPIRIT DE MILAN, sorto a Milano nella gloriosa struttura delle Cristallerie Fratelli Livellara (via Bovisasca, 59), si prepara ad accompagnare i milanesi nel rientro dalle vacanze con una programmazione di alto livello, sempre alla ricerca delle ultime tendenze e di talentuosi artisti da far esibire live, nel rispetto della passione per la bellezza e la tradizione che lo caratterizzano.

Domenica 9 settembre si terrà un evento speciale dedicato a Lucio Battisti, a vent’anni dalla sua scomparsa avvenuta il 9 settembre 1998. Ci saranno tanti ospiti per una serata di musica dal vivo, parole ed emozioni per celebrare un genio della musica italiana.

Donato Zoppo, presenterà il suo nuovo libro “Il nostro caro Lucio” (Hoepli).

Interverranno Michele Bovi, giornalista e autore, Patrizia Cirulli, musicista, Marco Fabi, musicista, Laura Fedele, musicista,

Gabriele Lorenzi, Formula 3, Simona Severini, musicista, Franco Zanetti, direttore Rockol.it e Vincenzo Tempera, direttore d’orchestra. Presenta la serata Ezio Guaitamacchi, giornalista curatore della collana di musica Hoepli.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Dalle ore 19.30 sarà possibile gustare il meglio dei piatti della cucina milanese “della nonna” circondati dall’atmosfera sincera da “vecchia Milano” nel grande spazio esterno dello Spirit de Milan (per prenotazioni chiamare il 3667215569, linea attiva dalle 15:00 alle 19:00 dal martedì alla domenica).

Il programma di settembre: http://spiritdemilan.it/calendario-settembre-2018/

Thegiornalisti: New York è il nuovo singolo che anticipa LOVE

New_York
Nella mia testa New York è una canzone che potrebbe piacere a tutti e per tutti intendo dai ragazzini di quattro anni a mia nonna. È un classico per me. Il testo l’ho scritto una mattina su un taxi mentre stavo andando in studio di registrazione per un altro lavoro. L’ho tirato via di getto. Avevo tutte queste immagini nitide davanti agli occhi che sono venute fuori da sole. Forse perché avevo dormito male o ero turbato per qualcosa o mi sono sentito molto solo quella mattina. Tutte e tre le cose probabilmente. Con Dario Faini, il produttore, abbiamo scritto la musica. Ed è uscita New York. Sicuramente sia a livello di testo sia a livello di musica ha lo special migliore che abbia mai scritto”.

Dopo Questa nostra stupida canzone d’amore e Felicità puttana, per anticipare l’uscita di LOVE, prevista per il 21 settembre, i Thegiornalisti rilasciano un nuovo singolo, New York, che Tommaso Paradiso ha descritto con questo parole.
Thegiornalisti-LOVE-cover-alta
Questa la tracklist dell’album:
Overture
Zero stare sereno
New York
Una casa al mare
Controllo
Love
Milano Roma
L’ultimo giorno della terra
Questa nostra stupida canzone d’amore
Felicità puttana
Dr. House

L’artwork dell’album è stato realizzato da Alessandro Degli Angioli.
IslBG
Dal 21 ottobre i Thegiornalisti saranno live nei palazzetti con il LOVE Tour, che con quattro mesi di anticipo rispetto al suo inizio ha già registrato numerosissimi sold out, annunciando così ulteriori date per soddisfare l’altissima domanda del pubblico.

Queste le date annunciate:
19 ottobre 2018 – Vigevano, Arena (data zero)
21 ottobre 2018 – Torino, PalaAlpitour
23 ottobre 2018 – Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena
24 ottobre 2018 – Firenze, Nelson Mandela Forum SOLD OUT
27 ottobre 2018 – Roma, PalaLottomatica SOLD OUT
28 ottobre 2018 – Roma, PalaLottomatica SOLD OUT
31 ottobre 2018 – Bari, Palaflorio SOLD OUT
2 novembre 2018 – Bari, Palaflorio SOLD OUT
3 novembre 2018 – Napoli, Palapartenope
8 novembre 2018 – Genova, RDS Stadium
10 novembre 2018 – Padova, Kioene Arena SOLD OUT
11 novembre 2018 – Montichiari (BS), PalaGeorge
18 novembre 2018 – Milano, Mediolanum Forum SOLD OUT
19 novembre 2018 – Milano, Mediolanum Forum
21 novembre 2018 – Roma, PalaLottomatica SOLD OUT

Forever Neverland: il 19 ottobre il nuovo album di MØ

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La superstar danese pubblica oggi in digitale Way Down, un nuovo brano tratto dal suo nuovo attesissimo secondo album Forever Neverland.

Il nuovo singolo, prodotto da Stint, è un aconferma della capacità innata di MØ di trasformare un pezzo dance da party in una hit pop.

Oltre alla già annunciata collaborazione con Diplo per Sun In Our Eyes, il nuovo album comprende anche i featuring della cantante americana Empress Of (in Red Wine) e di Charli XCX (If It’s Over), dopo che le due avevano precedentemente collaborato nel mixtape di quest’ultima Number 1 Angel and Pop 2.

Questa settimana MØ ha presentato anche il trailer ufficiale dell’album con la colonna sonora di West Hollywood, un viaggio cinematico, sul tema dell’eterna giovinezza.

Questa la tracklist
:

Intro (Purple Like Summer Rain)
Way Down
I Want You
Blue
Nostalgia
Sun In Our Eyes (with Diplo)
Mercy feat. What So Not
If It’s Over feat. Charli XCX
West Hollywood
Beautiful Wreck
Red Wine feat. Empress Of
Imaginary Friend
Trying To Be Good
Purple Like Summer Rain

Dopo il singolo Bottiglie rotte, i Subsonica annunciano il nuovo tour

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Videomapping a tema 8, proiezioni artistiche, e un minilive: così i Subsonica in collegamento dalla loro sala prove torinese con i Navigli di Milano hanno annunciato, fra il grande entusiasmo del pubblico, l’attesissimo 8 Tour, il tour italiano organizzato da Vertigo, che li vedrà protagonisti nei palazzetti di otto città italiane a partire da sabato 9 febbraio 2019 ad Ancona, Bologna, Padova, Torino, Genova, Milano, Roma e Firenze.

Durante la serata, presentata dal dj Lele Sacchi, la band ha interagito con il pubblico di Milano e con le persone collegate da casa, ricordando le news dei prossimi mesi quali le date dell’European reBoot2018, la tournée europea che, dal 4 al 19 dicembre, toccherà Amsterdam, Londra, Dublino, Zurigo, Parigi, Bruxelles, Colonia, Berlino e Monaco.

Grande sorpresa è stata la presentazione in anteprima assoluta del videoclip (in uscita lunedì 10 settembre) realizzato dal visionario Donato ‘milkyeyes’ Sansone, di Bottiglie Rotte, il singolo inedito dei Subsonica disponibile in radio e in digitale.
“Raccontiamo come sempre quello che vediamo, senza filtri o giudizi morali. Guardandoci intorno con l’ambizione di coinvolgere tutti, il più possibile, nella ‘lettura’ delle cose del nostro tempo. Anche e soprattutto ballando”.

Quando Andy Warhol, nella seconda metà degli anni ‘60, profetizzò “nel futuro tutti avranno diritto a 15 minuti di celebrità”, probabilmente non immaginava una quotidianità nella quale esercitare il “protagonismo” h24. Forse sarebbe rimasto affascinato dall’universo sensoriale di esternazioni e autoscatti che ci vede quotidianamente tutti in vetrina. Chissà se avrebbe apprezzato un mondo nel quale a nessuno interessa più il ruolo di semplice spettatore, in cui i titoli vengono consumati al posto delle notizie, dove i segni vengono utilizzati svuotati del loro significato storico.
In un mondo di star h24 pronte a mettersi in mostra sulla glassa dell’indifferenza, i giovani protagonisti di questa canzone domandano, tra cocci di bottiglie, “chiedimi come stai”.
Ma anche, con cinica lucidità: “chiedimi o no che fa lo stesso”.
COVER SINGOLO SUBSONICA Bottiglie_Rotte
Il brano anticipa il nuovo album 8, disco manifesto, che vede Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio tornare insieme dopo 4 anni per l’ottavo lavoro di inediti che verrà pubblicato venerdì 12 ottobre.

Questa la tracklist della versione standard:
Jolly Roger
L’incubo feat. Willie Peyote
Punto critico
Fenice
Respirare
Bottiglie rotte
Le onde
L’incredibile performance di un uomo morto
Nuove radici
Cieli in fiamme
La bontà

Di seguito il calendario e i dettagli delle date live italiane:
Pre-sale Ticketone da venerdì 7 settembre alle ore 20.00
Biglietti in vendita su Ticketone.it da lunedì 10 settembre 2018 alle ore 10.00 e in tutti i punti vendita Ticketone da mercoledì 12 settembre 2018

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

Apertura Porte: ore 18:30
Inizio Show: ore 21

9 febbraio 2019 – Ancona, Palaprometeo
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Tribuna Frontale Numerata: 40,00 € + d.p.
I Anello Numerato: 35,00 € + d.p.
II Anello Non Numerato: 30,00 € + d.p.

11 febbraio 2019 – Bologna, Unipol Arena
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Tribuna Sud Numerata: 35,00 € + d.p.
Gradinata Ovest Numerata 35,00 € + d.p.
Gradinata Est Numerata: 35,00 € + d.p.

12 febbraio 2019 – Padova, Kioene Arena
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Tribuna Frontale Numerata: 40,00 € + d.p.
Tribuna Laterale: 35,00 € + d.p.

14 febbraio 2019 – Torino, Pala Alpitour
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
I Anello Gold Numerato: 45,00 € + d.p.
I Anello Numerato: 35,00 € + d.p.
II Anello Numerato: 30,00 € + d.p.

16 febbraio 2019 – Genova, RDS Stadium
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Parterre Est Numerato 40,00 € + d.p.
Tribuna Nord e Sud Numerata: 40,00 € + d.p.
Tribuna Est I Settore Numerato: 35,00 € + d.p.
Tribuna Est II Settore Numerato: 30,00 € + d.p.

18 febbraio 2019 – Milano, Mediolanum Forum
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Tribuna Gold Numerata: 40,00 € + d.p.
Tribuna A Numerata: 40,00 € + d.p.
Anello B Numerato: 35,00 € + d.p.
Anello C Numerato: 30,00 € + d.p.

21 febbraio 2019 – Roma, Palalottomatica
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Primo Anello Numerato: 40,00 € + d.p.
Secondo Anello Numerato: 35,00 € + d.p.
Terzo Anello Numerato: 30,00 € + d.p.

23 febbraio 2019 – Firenze, Mandela Forum
Parterre in Piedi: 30,00 € + d.p.
Primo Settore Numerato: 40,00 € + d.p.
Secondo Settore Numerato: 35,00 € + d.p.
Terzo Settore Numerato: 30,00 € + d.p.

68: Ernia tra conscious rap, divertimento e rischio di cadere

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L’occhio sulla copertina sembra voler guardare in faccia l’ascoltatore, scrutare i suoi pensieri, cercare di capire se ha compreso davvero il significato dei brani, se ne ha colto i riferimenti. Perché quando si parla di Ernia si può star certi che nulla – soprattutto le parole – non sono buttate a caso.
Dopo l’uscita del doppio Come uccidere un usignolo/67, avvenuta solo lo scorso settembre, per il milanese Matteo Professore è arrivato il momento della prima vera release ufficiale. Il nuovo album si intitola 68 (e non perché segue 67, che invece si intitolava così proprio in vista dell’uscita successiva), come la linea di autobus che collega Bonola, dove Matteo è cresciuto, con via Bergognone, vicino a Porta Genova, decisamente più in centro e soprattutto centro di una nuova movida modaiola. Un viaggio (anche metaforico) dalla periferia al centro, ma che poteva essere compiuto anche in senso opposto, in una sorta di regressione: fuori dal significato simbolico, significa che questo per Ernia è il disco del grande riscatto e della conferma, ma potrebbe anche essere la causa della sua caduta, ed è proprio lui il primo a esserne consapevole. E poi c’è, in minima parte a dire il vero, un riferimento al ’68 dei movimenti rivoluzionari, di cui oggi ricorrono i 50 anni.

Sulla doppia direzione si muove anche la tracklist di 68, che può essere ascoltata anche dalla fine all’inizio, e in questo senso diventerebbe una carrellata cronologica della carriera del rapper fino ad oggi, dal buio di La paura alla luce di King QT (e qui il riferimento è al quartiere milanese di QT8, oltre a King Kunta di Kendrick Lamar).
Con Ernia ogni stereotipo legato alla figura del rapper cade: non ha la faccia da cattivo ragazzo, non ha il corpo ricoperto da tatuaggi d’ordinanza, non ostenta elogi al denaro e alle donne, ma anzi non di rado infila nei testi citazioni colte, riferimenti letterari, e si ritaglia spazi di riflessione.
Per questo viene considerato uno degli esponenti del conscious rap italiano: “Fino a non molto tempo fa il conscious rap rimandava all’immagine di uno studente fuori sede sfigato, che non amava molto lavarsi e beveva birra calda. A riabilitare il genere sono stati in America artisti come J Cole e Kendrick Lamar, che è forse il miglior rappresentante della corrente: grazie a loro oggi il conscious rap ha trovato legittimazione, si è reso appetibile per le radio e le classifiche ed è considerato cool. I loro numeri lo dimostrano. In Italia invece il rap cita pochissimo, e quando accade spesso il pubblico non riesce a cogliere i riferimenti o li usa in modo sbagliato: c’è una sorta di sofisticata ignoranza. L’obiettivo è farlo diventare solo sofisticato”.
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Ma non si pensi che con 68 Ernia si sia rinchiuso in un circolo vizioso alla strenua ricerca dei “contenuti”, perché scorrendo le tracce dell’album non si possono non cogliere i riferimenti alla disco dei Flaminio Maphia della titletrack (“Lo considero il mio brano migliore perché non è una marchettata, ma il giusto equilibrio tra quello che vuole ascoltare il pubblico dell’hip-hop e quello che passano le radio”), o le influenze black, r’n’b, persino i campionamenti di classici jazz e le atmosfere old school. Il pazzo nasce addirittura dall’ascolto di Non al denaro, non all’amore né al cielo di De André, mentre No pussy è un pezzo “cafone” di puro divertimento: “In Italia il rap ha avuto il filtro del centro sociale, e oggi tutti sembrano cercare solo i contenuti, come se la musica fatta per divertimento fosse un male, invece il rap nasce anche con questo spirito e in America le diverse correnti convivono e si accettano tranquillamente. Da noi se riesci a svoltare e a guadagnare facendo rap diventi subito un venduto, mentre ci si dimentica che negli anni ’80 non si contavano i titoli di album che avevano la parola businness nel titolo. Spesso inoltre chi sui forum online critica il rap di oggi accusandolo di superficialità, negli anni ’90 ascoltava Gigi D’Agostino o si piastrava i capelli per andare alle serate del Diabolika: lì il contenuto dov’era? Quale messaggio si veicolava?” 
Non sfugge però, proprio in No pussy, un riferimento politico: “Un quindicenne conosce il rap meglio di me e capisce subito se gli stai proponendo un pezzo impegnato o di contenuto politico, e non lo ascolta perché non gli interessa. Con quel riferimento a Salvini ho voluto indorare un po’ la pillola, mettendo una nota di impegno in un pezzo che è tutto l’opposto”.
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Anche per quanto riguarda l’ondata della trap, le idee di Ernia sono molto chiare: “Mi piace la trap, la ascolto, anche se non sono un artista trap. Sono convinto che sia un trend destinato a finire, e quando succederà saranno in moltissimi a cadere. Sfera Ebbasta resterà, perché lui in quello è il numero uno, e anche se ha un vocabolario molto ristretto è stato quello che ha focalizzato l’attenzione dei media e dei discografici su un genere che in Italia non era ancora arrivato. E’ divisivo, certo, ma per lui è un valore aggiunto. Ma non esistono carriere infinite, e anch’io posso cadere domani, ma quando succederà non sarà per colpa della fine della trap, ma per causa mia“.

Anche nell’epoca del dominio dei social, al live resta un ruolo di fondamentale importanza: “Potrai fare tutte le visualizzazioni che vuoi, ma i risultati si vedono sotto al palco, nel mondo reale. Il live è il momento massimo del nostro lavoro”.

Dal 7 settembre Ernia sarà impegnato nel “68 instore tour” per la presentazione del nuovo album d’inediti.
Gli appuntamenti partiranno partiranno venerdì 7 settembre con un doppio appuntamento prima a Varese presso Varese Dischi e poi a Milano presso il Mondadori Megastore di Piazza duomo per poi proseguire sabato 8 settembre a Monza e poi a Brescia, il 9 settembre a Padova e Bologna, il 10 settembre a Genova e Torino, l’11 settembre a Firenze e Roma, il 12 settembre a Napoli e Salerno, il 13 settembre a Bari e Lecce, il 14 settembre a Mestre e Verona, il 15 settembre a Modena e Forlì, il 16 settembre a Lucca e Massa, il 17 settembre a Frosinone e Caserta, il 18 Settembre a Palermo, il 19 settembre a  Messina e Catania, il 20 settembre a Como e Arese e il 21 settembre a Cagliari.

Mr. Rain: il 21 settembre il repack di Butterfly Effect

Cover Mr.Rain_Butterfly Effect 2.0
Quattro nuovi inediti per Butterfly Effect 2.0, nuova edizione dell’album di Mr. Rain uscito a gennaio che è valso al rapper il disco di platino per i singoli Ipernova I grandi non piangono mai.
Il repack del disco arriverà nei negozi e nei digital store il 21 settembre arricchito da quattro nuovi brani composti negli ultimi mesi.

Butterfly Effect è il diario personale della vita di Mr.Rain: ogni canzone è una pagina che lo compone a cui sono affidati ricordi, pensieri, momenti, idee e storie.
Un album cantautorale dalle radici rap curato in ogni dettaglio dallo stesso Mr.Rain, vero e proprio self-made rapper che da sempre scrive personalmente i suoi testi e si produce da solo le basi. 

Il ritorno dei Dead Can Dance con Dionysus. A maggio due date live in Italia

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I Dead Can Dance annunciano l’attesissimo ritorno con il nuovo album Dionysus, in uscita il 2 novembre su [PIAS] Recordings.

Sin dalla nascita nel 1981, il duo australiano formato da Brendan Perry e Lisa Gerrard è sempre stato affascinato dalle tradizioni folk europee, non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello secolare, religioso e spirituale. Prendendo ispirazione da ciò, Brendan Perry esplora le feste del raccolto e della primavera tipiche della tradizione religiosa legata a Dioniso, un viaggio che porta alla luce le cerimonie e i riti che vengono praticati ancora oggi.

Durante questi due anni di lavorazione, Perry ha accumulato una gamma di strumentazioni folk, ispirandosi alle tradizioni di tutto il mondo.
I brani del nuovo album si sviluppano meno come canzoni e più come frammenti di un insieme compatto. Dionysus segue un sentiero familiare, utilizzando la tecnica del field recording (registrazione sonora prodotta al di fuori di uno studio di registrazione) e registrando così cantilene, alveari neozelandesi, il cinguettio degli uccelli latinoamericani e i caprai svizzeri.
L’obiettivo nella mente di Perry non è solo quello di evocare le atmosfere e i riferimenti simbolici, ma è anche quello di dimostrare che la musica può essere trovata ovunque, in una forma o nell’altra.

L’album comprende due atti attraverso sette movimenti che rappresentano le diverse sfaccettature del mito di Dioniso e del suo culto, e assume la forma musicale di un oratorio nello stile cinquecentesco. Le voci utilizzate in questi movimenti rappresentano alcune comunità in festa che cantano e il loro scopo è quello di trasmettere emozioni oltre ai confini del linguaggio stesso.
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Nonostante l’album prenda ispirazione principalmente dalla storia di Dioniso, la copertina richiama le maschere fatte dagli Huichol, una popolazione della Sierra Madre in Messico, famosa per le perline e per i quadri di filato, ma anche per i riti sacri con il peyote, utilizzato per guarire ed per espandere la mente.
Questo è il cuore di Dionysus, una celebrazione dell’umanità che lavora fianco a fianco con la natura con rispetto e riconoscenza.

ACT I: Sea Borne – Liberator of Minds – Dance of the Bacchantes
ACT II: The Mountain – The Invocation – The Forest – Psychopomp

Inoltre, i Dead Can Dance partiranno per un tour europeo tra maggio e giugno 2019 e passeranno per l’Italia per due appuntamenti live il 26 e il 27 maggio a Teatro Degli Arcimboldi di Milano.