#MUSICANUOVA: Jennifer Lopez, Ni Tú Ni Yo (feat. Gente de Zona)

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A 10 anni da Como ama una mujer, Jennifer Lopez torna allo spagnolo e a suoni latini con Ni Tú Ni Yo, singolo in collaborazione con Gente de Zona, duo cubano esperto in reggaeton e suoni urban.
Il brano fa da apripista al nono album di Jennifer – a quanto sembra intitolato Por Primera Vezin arrivo a settembre e realizzato completamente in spagnolo.

L’anteprima del nuovo singolo si è svolta a New York, durante un concerto offerto in occasione dei festeggiamenti per il 4 luglio.

Sono ormai anni che la Lopez non imbrocca un singolo di forte impatto internazionale e forse questa non è la via migliore per tornare ai fasti che furono, ma se c’è una cosa che non manca a Jennifer è il coraggio, anche solo per gli outfit…. 

Ma che belli i remix di Malibu!

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La svolta al lieve sapor di country e soft rock di Miley Cyrus con Malibu ha spiazzato un po’ tutti, diciamolo, perché tutto da lei ci si aspettava meno che si mettesse a seguire le impronte dell’amata (e madrina) Dolly Parton.

Però è anche vero che il pezzo – dopo un paio di rodaggi – si mostra in tutta la sua limpida semplicità, con quella melodia rasserenante e i suoi scenari di quiete.
Adesso del pezzo sono arrivati anche i remix ufficiali, alcuni dei quali portano firme dorate delle consolle, tra cui TiëstoAlan Walker e Dillon Francis.
Quelle che ne vengono fuori sono riletture elettroniche interessanti e a loro modo sorprendenti…

…. e poi la mia versione preferita, realizzata da Lost Frequencies: un piccolo pezzo di paradiso ricreato dai sintetizzatori.

BITS-RECE: Luana, M.W.A. vol.1 EP. Orgoglio, sangue e Beyoncé

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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L’r’n’b grida vendetta.
Mentre l’hip-hop da ormai qualche anno si è preso il centro della scena in Italia, il suo cugino conterraneo – cioè statunitense – qui da noi si deve accontentare delle briciole dell’underground. Sì, ogni tanto c’è qualche voce che riesce a farsi sentire, qualche brano che riesce a spuntarla su iTunes, ma nel complesso gli artisti dell’rhythm & blues e dell’urban nostrano sono seguiti da pochi, veraci, estimatori.
Manca la vera cultura dell’r’n’b, si potrebbe pensare, quella che in America si respira a ogni angolo della strada: può anche essere vero, ma anche l’hip-hop ha le radici oltreoceano, eppure qui si è trapiantato alla grande. All’r’n’b manca ancora qualcosa per fare il grande salto, forse solo l’occasione giusta, e forse un giorno arriverà anche la sua rivincita, ma per ora i suoi esponenti vanno cercati con attenzione.
Per fortuna però, ce ne sono in giro alcuni che vale davvero la pena portare allo scoperto.

Come Luana, ad esempio. Dopo un esordio alcuni anni fa con lo pseudonimo di La Miss e due album all’attivo (in cui ha ospitato anche Baby K per una collaborazione, tanto per dire), è ripartita con il suo nome di battesimo e ha da poco sfornato il suo primo EP, M.W.A. vol. 1, dove M.W.A. sta per “Mama With Attitudine” e vol. 1 è l’augurio di poter in futuro pubblicare anche il seguito.
Luana, dicevo, è un personaggio interessante nel panorama r’n’b italiano, perché è una a cui piace osare, buttarsi, rischiare, e sporcarsi le mani.
Lo dimostra subito Lucille, prima traccia dell’EP, nonché primo singolo estratto: un brano tosto, tostissimo, duro come l’acciaio e ruvido come l’asfalto. Si parla di violenza sulle donne, ma senza retorica o pietismo: anzi, facendo a pezzi ogni velo di ipocrisia, il testo ha come protagonista una lei che, arrivata al culmine dell’esasperazione per le violenze di lui, si trasforma nella sua assassina. Una dichiarazione di innocenza e vendetta di “un’anima massacrata”, una collisione di sentimenti che si accompagna a uno scontro di generi musicali, con il pop portato da Romina Falconi, spietata interprete del pop elettronico italiano, anche lei allergica a ipocrisie e cotonature buoniste.
Di tutt’altro tenore Queen B, che se nel titolo rende ovviamente omaggio alla signora Carter, nel testo e nella musica rimanda all’universo degli anni ’90, con riferimenti che spaziano dalle TLC a Missy Elliott, a Run DMC. Un pezzo d’amore solare e disimpegnato, in cui Jay-Z e Beyoncé diventano l’esatto corrispettivo dei più tradizionali Romeo e Giulietta o Al Bano e Romina (“fai lo scemo davanti allo specchio imitando Jay-Z / io sono la tua Queen B”).
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Dichiarazione d’orgoglio e rivalsa, soprattutto musicale, è Fuori dal coro, che vede la partecipazione di Giovane Feddini e Shine, in un incontro tra R&B e rap nella più fedele tradizione, mentre a Tappandomi gli occhi sono affidate le riflessioni più personali sui dubbi e le paure.
In chiusura, Lampioni di Giovane Feddini, proposta in una cover remixata e già resa nota alcuni mesi fa.

M.W.A. vol. 1 è un manifesto di coraggio e indipendenza musicali e personali, un prodotto in sincero spirito r’n’b, ma orgogliosamente Made in Italy. Tra soul, trap, hip-hop e pop, Luana attraversa umori molto diversi, dai sorrisi spensierati fino a scendere negli angoli più bui dell’anima.
D’altronde, cos’è questa se non vera attitudine?

M.W.A. vol. 1 è in free download sul sito www.luanacorino.it

Io te Francesca e Davide: Syria canta Ambra… con Ambra

“Ci sono cose che non si possono spiegare, quando accadono per magia e le vivi rimangono indelebili per sempre. Cantare con Ambra è un altro sogno importantissimo che si avvera, la stimo da sempre come donna, mamma ed attrice, che privilegio sono felicissima!” (Syria)

“Questa cover, importante per Syria e divertente per me, ha riunito gente di talento che amo molto e che grazie a questo pezzo torna a farsi sentire. Cecilia tra i miei numeri 1 per sempre.” (Ambra)
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Il brano è la cover di una canzone di Ambra pubblicata nel 1997 e fa parte dell’ultimo album di Syria IO+IO.
Ora ne arriva una nuova versione che vede collaborare le due artiste.
L’inedita collaborazione tra Syria e Ambra nasce da una regola matematica: due rette parallele che si sono incontrate all’infinito di una canzone.

Senhit: il 30 giugno arriva l’EP, poi un’estate di live e… calcio

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Uscirà il 30 giugno Hey Buddy, primo EP della cantante italo eritrea Senhit.
I brani, in gran parte prodotti da Brian Higgins (che ha lavorato tra gli altri con Kylie Minogue, Pet Shop Boys, Kaiser Chiefs), sono stati presentati in Italia e ad Amsterdam, Parigi, Manchester, Berlino e Londra.

Hey Buddy conterrà i singoli Something On Your Mind e Higher, prodotto da Corrado Rustici, gli inediti Went Out With A Bang e Last Tango e i remix di Living For The Weekend e Something On Your Mind.

In estate Senhit sarà inoltre impegnata con i live del Festival Show e negli appuntamenti di Giochi del calcio di strada, un torneo dedicato ai passatempi praticati nelle piazze e nei campetti, che arriva ogni weekend in una nuova città d’Italia e vede Senhit esibirsi come special guest con le sue canzoni, ma anche in veste di blogger e videomaker sui suoi social e, ogni sabato sera, porta sul palco l’energia dei sui brani electro pop.
Giochi del calcio di strada è un tour legato allo sport targato HelloSport e Calciatori Brutti.
Ogni weekend comincia il sabato mattina con tornei, conferenze e giochi, proseguendo fino a domenica sera (per informazioni info@calciodistrada.it – http://calciodistrada.it/).

Queste tutte le date: il 17 e il 18 giugno a Capo d’Orlando (Messina) in via Palermo, il 24 e il 25 giugno a Gaeta (Latina) nello Stadio Riciniello, l’1 e 2 luglio a Polignano a Mare (Bari) nel Piazzale Marco Polo, l’8 e 9 luglio a Finale Ligure (Savona) in Piazza Vittorio Emanuele II, il 15 e 16 luglio a Rimini in Largo Boscovich e il 22 e 23 luglio a Bibione (Venezia) in Piazza Zenith.

BITS-RECE: Chrysta Bell, We Dissolve. Anche gli alieni fanno pop?

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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La prima volta che l’ha vista esibirsi, a David Lynch è apparsa come la più bella aliena che avesse potuto immaginare, tanto che nel 2011 ci ha fatto un album insieme, This Train, in cui affrontavano gli orizzonti dell’electro-blues.
Adesso però Chrysta Bell ha fatto da sola e ha pubblicato il suo primo vero album da solista, We Dissolve.
Ora, io non so esattamente che musica facciano e ascoltino gli alieni lassù tra le galassie, ma posso dire che quella di Chrysta Bell è elegantissima, raffinata, senza essere mai superba. Un pop sognante e affusolato, foderato di velluto dai colori notturni.

Ci sono elementi elettronici, classici, blues, jazz, anche rock, tutti però lasciati scorrere sotto la superficie di melodie sornione e degne di una diva quale la signora pare essere. Non c’è ovviamente il pop facile facile, non ci sono pezzi “radiofonici” (che brutta parola!), ma non siamo neanche nell’universo dell’indie (altra brutta parola…) più prepotente.
A tratti il disco scintilla di chitarre, a tratti si fa rarefatto e più ipnotico, a tratti si scioglie in arrangiamenti orchestrali, mentre la voce della Bell non perde per un attimo la classe austera che probabilmente ha folgorato Lynch.
A dispetto del titolo, il singolo Gravity – piazzato in chiusura – è probabilmente il momento di maggiore slancio e forse il più ricco di echi del passato.
Il pop di lusso non è destinato solo alle élite. Ci voleva un’aliena per un’aliena per farcelo capire?

#MUSICANUOVA: I giocattoli, Il ragno

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Farsi piccolo piccolo per poter stare sempre accanto alla ragazza dei suoi sogni, sussurrarle parole all’orecchio e addirittura arrivarle al cuore e lì farci una tela.
È questo che raccontano I giocattoli nel loro ultimo singolo, Il ragno, un brano sottile, immerso in una limpida atmosfera pop-elettronica.

Il ragno arriva dopo alcuni mesi dall’esordio con Sulla neve, mentre per i prossimi mesi la band palermitana è attesa con il primo album.

BITS-RECE: Harry Styles, Harry Styles. C’è vita oltre la band

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Non ho mai scritto degli One Direction. Solo una volta, qualche anno fa: scrivevo per un altro portale web e la richiesta della recensione era arrivata dal caporedattore. Per il resto, la band inglese l’ho sempre evitata come la peste. Atteggiamento snob e poco professionale? Può darsi, ma tant’è.

HarryStyles_JamieJamesMedinaCon la medesima linea di pensiero, avrei anche evitato di parlare del debutto solista di Harry Styles, se non fosse che di questo album hanno parlato tutti bene, troppo bene. E quando dico tutti non mi riferisco a magazine e blog destinati al pubblico teen, ma parlo dei principali organi di informazione musicale. Possibile che il primo album di un ragazzino di una boy band venga accolto con tanto entusiasmo? Qualcosa decisamente non mi quadrava, e con pensiero sono andato ad ascoltarmi Sign Of The Times, il primo singolo.
Beh, gente, se anche voi eravate tra quelli che vedevano in Styles l’ennesimo bambolino pop insipido, sappiate che dovete fare almeno un paio di passi indietro e rivedere le vostre convinzioni.
Non solo Sign Of The Times è una ballata di stupefacente magnetismo, ma l’intero disco è una sorpresa continua. Roba che se queste canzoni le avesse cantate un Robbie Williams o un Sam Smith saremmo tutti qui a osannarle senza se e senza ma. Intendiamoci, tra questo disco e il capolavoro c’è un buon tratto di strada, ma vi sfido a restarne indifferenti durante l’ascolto.
Nei suoi primi dieci brani firmati con il suo nome, Styles lascia da parte il pop facilone da stadio per cimentarsi con il soft rock, il folk e il country, e anziché riempirli di friccicorii e coriandoli li cosparge di toni crepuscolari, spesso malinconici, e addirittura vicini all’universo indie, con un effetto destabilizzante non da poco per chi – come me – ha sempre visto in lui solo un faccino da poster.

Davanti a tutto ciò, le domande che mi ronzano in testa sono almeno due: dov’è stato fino a ieri il vero Harry Styles? E come reagiranno le migliaia di fan sparse nel mondo di fronte a un così repentino salto stilistico? Il punto è che se questa è la via che il ragazzo ha scelto di seguire, non gli sarà difficile scrollarsi da dosso i pregiudizi del pop e farsi amico anche il pubblico della più conveniente scena rock.
Insomma, pare esserci vita oltre la band. Una vita completamente nuova.

Non ci credete, vero?