All’Alcatraz la festa rock dei Tre allegri ragazzi morti

Lo hanno ricordato anche loro, i Tre allegri ragazzi morti mancavano da Milano da qualche anno. Eppure per il live del 16 aprile il loro pubblico meneghino non ha mancato di rispondere alla chiamata a raccolta all’Alcatraz. C’era chi li seguiva dal ’94, ed è cresciuto con loro, e chi invece li ha conosciuti in corso d’opera. Tutti però si sono subito calati nello perfetto spirito che contraddistingue i live della band di Pordenone, in uno show di due ore che pur soffermandosi molto sui pezzi dell’ultimo album, Sindacato dei sogni, non ha ovviamente tralasciato di guardare al passato.
Rock minimale, indie, reggae, punk, fino alla psichedelia, c’è stato spazio per tutto quello che la band ha offerto durante oltre 20 anni di carriera, compresi i riferimenti alla tanto cara cumbia.
Indossando la maschera d’ordinanza e con Davide Toffolo perfetto regista della serata, i tre hanno regalato un concerto potente ed euforico in pieno stile TARM.
La psichedelica C’era un ragazzo che come me non assomigliava a nessuno è stata accompagnata dal sax di Andrea Poltroneri, mentre Il mondo prima, classicone del repertorio, si è guadagnato il maggior boato del concerto. A chiudere, La tatuata bella, rigorosamemte intonata a cappella dall’intero parterre.

Menzione d’onore ai tre artisti che hanno avuto l’onore di aprire la serata, Deiby, Cristina Erhan e Fabrizio Lavoro, vincitori dello speciale Talent TARM lanciato dalla band per dar vita a una “cosmogonia” dei Tre alleri ragazzi morti.
Mica male per tre musicisti “quasi adatti”. E la storia continua.

Nesli, guerriero pacifico e solitario

Sale sul palco incappucciato quasi come fosse un pugile sul ring, con il microfono come il sacco contro cui riversare tutta la sua forza. Sale sul palco incappucciato quasi in assetto da battaglia, ma lo chiarisce subito, “Vengo in pace”. “Vengo in pace”, come un manifesto, come il titolo del suo ultimo album, ma ancora di più come una netta dichiarazione di intenti.
Nesli viene in pace in tempi di guerra sociale e verbale, di intolleranza, di indifferenza.
La sera di giovedì 11 aprile, sul palco dell’Alcatraz di Milano, Francesco Tarducci ha chiuso il tour di presentazione del suo ultimo album. Lo ha fatto nella sua città d’adozione, quella Milano che – senza mai essere nominata – è stata la protagonista e la causa silenziosa di molte sue canzoni.
Lo guardi sul palco mentre se ne sta immobile, e ti chiedi cosa starà passando nella sua testa; poi lo vedi muoversi, saltare, fremere, e il palco diventa quasi troppo piccolo per contenere quella sua affascinante follia. Ed è proprio in quei momenti che vedi la scintilla del guerriero: un guerriero solitario e pacifico che da anni si fa orgogliosamente portavoce della filosofia del “bene che genera bene”, ed è chiaro che lui non ha mai smesso di crederci, gli altri forse sì.

Nesli solitario e indomabile lo è sempre stato, da quando ha lasciato il rap per il pop mentre la moda dettava tutt’altro comandamento; o quando si è drasticamente ricoperto il corpo di tatuaggi all’epoca di Kill Karma, il disco con cui Francesco uccideva metaforicamente Nesli.
Davanti al suo pubblico, su un palco ridotto all’essenziale senza led e scenografie e infilando una canzone dopo l’altra, Nesli porta in concerto tutto quello che è stato in questi anni: oltre a presentare quasi tutti i nuovi brani, ci sono alcuni passaggi obbligati come La fine, autentico manifesto di una vita e di una carriera, Buona fortuna amore, Davanti agli occhi, e poi Un bacio a te. Ma in scena arriva anche Alice Paba per la prima esibizione dal vivo in coppia di Do retta a te dai tempi di Sanremo 2017.

Per ora il tour di Nesli finisce qui, ma possiamo stare certi che il “maldito” proseguirà sulla sua strada a testa bassa e armato di follia. Sempre in pace.

A questo link è disponibile la gallery della serata (foto di Luca Marenda).

Ernia, il “rettiliano”. Esce “68 (Till The End)”


Lo scorso settembre usciva 68, il primo album ufficiale di Ernia. Un disco “quadrato”, “delineato”, come dichiarava il diretto interessato, nato sotto la pressione di realizzare il primo lavoro per la prima grande major sulla piazza, Universal. Il titolo era un riferimento alla linea milanese del bus 68, che collega via Bergognone e Bonola, dove il rapper è cresciuto, e che Ernia aveva spiegato come una metafora del suo viaggio “verso il centro”, ma che eventualmente si sarebbe anche potuto trasformare in un viaggio a ritroso, se mai le cose fossero andate male.
Oggi, a distanza di sette mesi, possiamo dire che così male non è andata, visto che il disco ha debuttato al primo posto della classifica e che anche il tour ha dato le sue soddisfazioni.
Per festeggiare questo periodo fortunato, l’album viene ripubblicato in una nuova edizione decisamente più ampliata: 68 (Till The End) arriva infatti nei negozi e sulle piattaforme di streaming e download come un doppio album: a 68 sono stati aggiungi ben 7 nuovi inediti, tre dei quali impreziositi da collaborazioni.

“Mi sono voluto divertire: ho realizzato i nuovi inediti con lo spirito con cui di solito si realizza un mixtape, cioè non un album ufficiale, ma una raccolta di brani fatta con il solo scopo di divertirsi. Il mood è molto più tranquillo e caciarone di 68, che era invece un album più sofferto. E’ una sorta di allenamento in preparazione al cambiamento che vorrei mettere in atto con il prossimo disco”.
Il primo singolo estratto, Certi giorni, vede la collaborazione di Nitro: “Tra i rapper milanesi della mia generazione è stato uno dei primi a farsi conoscere. Per il featuring con lui avevo inizialmente pensato a un pezzo più pestato, ma è stato proprio lui a suggerirmi di puntare su qualcosa di più intimo”.
Per Il mondo chico la scelta dell’ospite è invece ricaduta su Lazza: “Anche lui è di Milano, ma faceva parte di un altro blocco”. Nel brano sembrerebbe esserci un dissing a Ultimo, ma Ernia abbandona subito ogni possibilità di polemica: “Quel verso è di Lazza, non posso rispondere per lui”.
Più sorprendente invece la presenza di Chadia Rodriguez per Mr. Bamboo: “Tempo avevo scritto sui social che avrei fatto un featuring inimmaginabile, e tutti avevano pensato a Sfera Ebbasta. Ma se pensi a Sfera Ebbasta vuol dire che in fondo te lo immagini. Chadia invece è quanto di più lontano da me ci possa essere oggi nell’ambiente hip-hop: se vuoi crescere, devi allargare gli orizzonti e uscire dalla tua confort zone. 68 era un album perfettamente nella mia confort zone, con questi nuovi brani ho voluto andare oltre”.

Tra le collaborazioni che gli piacerebbe realizzare in futuro, Matteo Professione – così è registrato all’anagrafe – fa i nomi di Sfera, Capo Plaza, Luchè, Marracash, mentre sui featuring internazionali prende una posizione controcorrente: “A un rapper italiano il featuring con l’artista internazionale non serve, perché non aggiunge niente. Se lo fai, lo fai per te, ma il pubblico non lo percepisce perché per la maggior parte si tratta di un pubblico pop che segue le mode e adesso ascolta l’hip-hop senza conoscerlo. Non conoscono gli artisti internazionali e non leggono i testi, mi spiace dirlo, ma è così, non ce la faccio a mentire. Nell’ultimo album Emis Killa ha inserito una collaborazione con 6ix9ine, ma non mi pare che sia uno dei suoi brani più memorabili”.

E a proposito della necessità di essere sinceri, è parlando di Un sasso nella scarpa che Ernia fa la riflessione più amara: “E’ un brano sui social. La prima strofa è su Twitter, che è solo rumore, serve per far ‘scoreggiare il cervello’ perché chiunque sente il diritto di dire la sua anche se non ne sa nulla e anche se il suo pensiero è sbagliato. La seconda strofa è invece su Instagram, che è più legato all’apparenza: conta come sei vestito e se hai la faccia simpatica. Con i social tutti si sentono partecipi e credono di dare un contributo postando un commento: io poi non ho mai capito perché si debba commentare negativamente qualcosa. Credo di avere una vita abbastanza piena e se una cosa non mi piace semplicemente non la guardo: invece i social sono pieni di ‘Giacomino03’ che non vedono l’ora di far sentire che ci sono per sfogare la loro rabbia. Se poi tu provi a rispondere partono all’attacco dicendo che tu hai successo perché ti sei venduto, perché fai parte del sistema. Come se fossi un rettiliano. Non vogliono capire che toccherebbe a loro fare qualcosa, darsi da fare per uscire dalla noia e dal nulla cosmico. Anziché stare seduto in piazza, in questi anni credo di aver imparato un lavoro e penso che i ragazzini che vogliono fare rap riusciranno a farcela se sapranno riconoscere la posizione e il loro ruolo: molti di loro non ce l’hanno proprio la stoffa del rapper, e non pensano quella è solo la punta dell’iceberg, perché nella filiera dell’hip-hop si può essere anche manager, ufficio stampa, produttore”.

In attesa di assistere alla sua prossima evoluzione, viene da chiedersi a che punto è il “viaggio” di Ernia verso il “centro”: “Sicuramente ho saputo distinguermi per originalità, e se un giorno la mia barca dovesse affondare io andrei a fondo da solo, e non per aver seguito una moda. In centro però non ci sono ancora arrivato, ed è meglio così, perché essere già al centro a 25 anni significa dover combattere troppo a lungo per restarci“.
Sincerità, appunto.

“Prendersi in giro per prendersi sul serio”. Ecco la “PAPRIKA” di MYSS KETA


Meno di un anno fa, nelle stanze milanesi della Universal, M¥SS KETA presentava UNA VITA IN CAPSLOCK, la sua personale visione di una Divina Commedia di stampo future pop. Per la prima volta la diva dall’occhiale da sera emergeva con prepotenza dall’underground milanese puntando al di fuori della cerchia dei Navigli per diventare un’icona queer nazionale.
Ora è il momento di PAPRIKA, il nuovo capitolo della discografia “myssketiana”, presentato tra le eleganti pareti di una gastronomia di Corso Venezia. Location scelta non a casa, visto che proprio di “gastronomia musicale” la nostra M¥SS parla a proposito del nuovo album.
Stessa attitudine “in capslock”, stessa ficcante abilità di mescolare alto e basso, elitario e popolare, serio e faceto, nascondendo citazioni impreviste e imprevedibili fin dal titolo dell’album, omaggio al maestro del cinema erotico Tinto Brass. In aggiunta stavolta c’è uno sguardo che – se possibile – scavalca ancora di più i generi musicali e soprattutto punta verso suoni provenienti dal mondo.

Ancora accompagnata dai fidatissimi Dario Pigato, RIVA e Simone Rovellini e “scortata” dal collettivo MOTEL FORLANINI, questa volta M¥SS si circonda di ospiti, molti provenienti dalla scena hip-hop nazionale, e raccoglie influenze musicali che dal Medio Oriente arrivano a lambire le coste caraibiche del Messico: “Ho voluto guardare all’esterno, sia per il team con cui ho lavorato, sia per le sonorità, che non sono più claustrofobiche, ma sono aperte a innumerevoli influenze. Il processo creativo dei brani non è cambiato, ma è stato arricchente vedere come lavorano persone diverse. Sono state fatte prima le basi, e su quelle sono arrivati i testi: una base ti racconta già una storia, ti dà già l’idea di un’ambientazione per un brano,e MOTEL FORLANINI è specializzato in questa operazione di immaginazione. Per la prima volta ho aggiunto anche delle piccole parti di canto melodico, anche se tutti sanno che non sono una cantante. Tutte le influenze dell’album e tutti gli elementi che uso sono però spuri, sporchi, perché tutto viene sempre mescolato e fatto passare attraverso un filtro myssketiano”.

Sotto la lente di un’ironia sempre sagace e tagliente ma più dosata, l’eccesso resta una chiave di normale quotidianità del mondo myssketiano, con racconti di sesso, amori fugaci, notti allucinate nei club, inseguimenti lisergici. Ma non è tutto qui: “Sono diventata più riflessiva? Ironia e sincerità non sono aspetti distinti. Di sicuro tutto si evolve, M¥SS si evolve, MOTEL FORLANINI si evolve, la nostre capacità si evolvono”.

L’incipit del disco con ALSO SPRACH ELENOIRE è una allucinata pillola di filosofia futuristica in cui il rimando a Nietzsche e Strauss viene riassorbito dalla finta invettiva di una delle protagoniste del mondo queer milanese, Elenoire Ferruzzi.
Da qui parte la “degustazione” del disco, tra inediti e tre remix: BATTERE IL FERRO FINCHÉ È CALDO suona come una nuova dichiarazione di intenti su un beat old school, MAIN BITCH tuona di sonorità metal trap, PAKKESKA fa convivere il reggaeton con strumenti della tradizione turca e il duduk armeno fa la sua inaspettata comparsa in TOP.
Passato e futuro si confondono in 100 ROSE PER TE, forse la prima vera canzone d’amore della nostra diva, dove un tributo all’r&b di Janet Jackson e Jermaine Dupri si incontra con un beat che guarda al futuro.
Per MORTACCI TUA sono stati coinvolti i Cacao Mental, alfieri della cumbia messicana contemporanea, mentre CLIQUE ha l’attitudine del baile funk e del deambow.
Tra le collaborazioni, spicca quella con Gabry Ponte, orgoglio nazionale della dance: insieme a lui M¥SS è voluta entrare in un labirinto tech house di un luna park stregato che richiamasse la Danza delle streghe, ed è così venuta fuori LA CASA DEGLI SPECCHI.
Ma la vera sorpresa M¥SS la riserva per il finale d’opera, dove offre la più limpida lettura delle sue emozioni nell’intimità delle liriche di FA PAURA PERCHÉ È VERO insieme a Mahmood: “mi chiamano l’angelo dall’occhiale da sera / ma sono una donna di umana natura” esordisce M¥SS nel pezzo, e per la prima volta si ha la viva sensazione di riuscire a guardare oltre la sue lenti scure.

La scelta dei remix è ricaduta su tre canzoni già entrate nel repertorio classico myssketiano: UNA DONNA CHE CONTA si avvale ora della collaborazione con Wayne Santana della Dark Polo Gang, BOTOX racconta di una notte di drink modificati con i versi di Gemitaiz e per la nuova versione di LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA è stata chiamata a raccolta una squadra d’eccezione tutta al femminile formata da Elodie, Joan Thiele e Priestess.

Si diceva prima della forte componente hip-hop di PAPRIKA, portata nel disco dai già citati Wayne Santana, Gemitaiz, ma anche da Gue Pequeno (per PAZZESKA), Luchè (per TOP) e Quentin 40 (per 100 ROSE PER TE), e qui il discorso di M¥SS si apre ad alcune considerazioni sulla visione maschilista della musica e della società: “Viviamo in un mondo basato sul patriarcato, in cui è ancora difficile capire che le donne non parlano solo alle donne, ma possono parlare a tutti. Perché c’è ancora il preconcetto che gli uomini possano parlare anche in nome delle donne, mentre si dà per scontato che le donne debbano parlare solo ad altre donne? Bisognerebbe che gli artisti venissero considerati per quello che fanno, e non per il sesso. Non si deve parlare, per esempio, di ‘rap al femminile’. Questo sistema va cambiato, ogni giorno: nella musica lo stanno già facendo artiste come Chadia Rodriguez e Priestess”.
Come conciliare allora la visione oggettivata che della donna offrono i rapper con le collaborazioni maschili presenti nel disco? “Quando invito un ospite devo lasciargli carta bianca, perché credo molto nella totale libertà d’espressione. Questo può essere un modo per aprire un dialogo, e ognuno lo fa con il suo linguaggio. In questo disco si trovano insieme Elenoire Ferruzzi e Gue Pequeno: può essere un’occasione per avvicinare il mondo queer a quello del rap“.

Impossibile infine non soffermarsi sull’immagine della copertina, chiaro riferimento alla scena in cui Valeria Marini “cavalca” una mortadella in Bambola di Bigas Luna. Ma c’è anche qualcosa di più? “Sì, ho voluto comunicare il mio amore per gli affettati!”, afferma fulminante M¥SS. “In realtà è una celebrazione della potenza femminile: si vede questa donna padrona del suo corpo, consapevole di se stessa, si percepisce la potenza archetipica della femminilità, non senza una nota di ironia. È prendersi in giro per prendersi sul serio”, continua prima di chiosare myssketianamente: “E comunque sì, amo la mortadella, e anche Valeria Marini, che saluto perché so che mi sta ascoltando”.

Subito al via l’instore tour e gli appuntamenti live:
30 marzo, Torino, ore 15:00 @Feltrinelli Stazione Porta Nuova
31 marzo, Milano, ore 18.00 @Mondadori Duomo
3 aprile, Roma, 18:00 @Discoteca Laziale
4 aprile, Bologna, 18:00 @Mondadori Bookstore c/o Spazio Ducati
5 aprile, Firenze, 15:00 @Galleria del disco c/o Caffè Letterario

Queste le date live:
30 marzo Spazio 211, Torino – SOLD OUT
5 aprile Viper Theatre, Firenze
6 aprile Teatro Sociale, Como
20 aprile Rokolectiv Fest, Bucarest
27 aprile New Age, Roncade (TV)
30 aprile Monk, Roma
10 maggio Locomotiv, Bologna
17 maggio Dejavu, Teramo
25 maggio MI AMI, Milano
19 luglio MELT Festival, Ferropolis

Apple porta la musica live in Piazza Liberty a Milano: si inizia con Mengoni


Apple porta la musica live nella suggestiva cornice di Piazza Liberty a Milano.

A partire dal 28 marzo, e poi ogni mese fino a ottobre, Piazza Liberty sarà la location una serie di performance live completamente gratuite a cura di Apple Music.

A inaugurare l’iniziativa il 28 marzo sarà Marco Mengoni, mentre la chiusura sarà affidata all’artista classico più ascoltato su Apple Music, Ludovico Einaudi, che concluderà la serie di appuntamenti live.
Le registrazioni dal vivo delle esibizioni saranno disponibili su Apple Music e presto saranno annunciati altri importanti artisti italiani.

Il negozio Apple Piazza Liberty, recentemente inaugurato, ha rivitalizzato una piazza nel centro di Milano a pochi passi dal Duomo e rappresenta una grande location per Today at Apple. La piazza, rivestita in beola grigia, è aperta al pubblico 24 ore su 24 ed è già sede di eventi speciali durante tutto l’anno in collaborazione con il Comune di Milano e il suo Assessorato alla Cultura.

“La partnership tra Comune di Milano ed Apple testimonia ancora una volta come l’alleanza tra pubblico e privato sia in grado a Milano di aumentare l’attrattività della città, ampliando l’offerta culturale con iniziative sempre nuove e di grande qualità”, ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno

Marco Mengoni ha invece espresso con queste parole l’emozione per essere il primo protagonista dell’iniziativa: “Essere il primo artista italiano che Apple ha voluto per questo progetto esclusivo, è davvero una grande emozione, sono onorato che le prime note che Piazza Liberty ascolterà dal vivo siano proprio quelle di Atlantico”.

Per assistere alle esibizioni sarà sufficiente visitare il sito https://ticketing.apple.com/livemilano, dove è possibile richiedere i biglietti gratuiti.
Tutti i biglietti sono gratuiti per il pubblico e verranno assegnati per estrazione.

Un regalo per Alda Merini: Giovanni Nuti presenta “Le posate degli angeli”


“Sono nata il 21 a primavera…” recita l’incipit di una delle più famose poesie di Alda Merini.
La celebre poetessa dei Navigli ricordava infatti spesso di essere nata il 21 marzo, giorno che segna l’arrivo della primavera.
Proprio in occasione del compleanno di Alda Merini Giovanni Nuti presenta il video del brano Le posate degli angeli, registrato live dal teatro Dal Verme di Milano il 20 ottobre 2017 in occasione della presentazione de Il muro degli angeli, il doppio CD di duetti contenuto nel cofanetto Il Canzoniere di Alda Merini – Accarezzami musica (Nar International/Sagapò).

Ad interpretare il brano, insieme a Giovanni Nuti, i Piccoli Cantori di Milano, sotto la guida della loro direttrice Laura Marcora: un coro di voci infantili che esiste dal 1964, composto da bambini tra i 5 e i 14 anni, che vanta tantissime collaborazioni importanti.
La musica del brano Le posate degli angeli è di Giovanni Nuti con l’arrangiamento di Stefano Cisotto (ottimizzazione video Marco Rossetti).

A proposito del brano, Giovanni Nuti scrive: “Nel testo Alda Merini dice che ‘la minestra degli angeli è un bacio che sfiora le labbra…’ – perché pensava che il bacio fosse nutrimento spirituale e ‘la parte più pura dell’amore’. E’ San Paolo che raccomanda di salutarsi con il bacio che è il fondamento della pace tra fratelli. Gli angeli sono sempre stati importanti nella poetica e nella produzione di Alda Merini. Ne sono testimonianza la sua predilezione per il poeta Rilke e i suoi ‘angeli tremendi’ e il volume da lei intitolato ‘La carne degli angeli’.
Alda sentiva le presenze angeliche anche nella vita quotidiana. ‘Siamo tutti circondati da angeli’ mi diceva spesso. Avvertendo la loro vicinanza, si sentiva al sicuro. Quando posava le sigarette accese sul bordo del portacenere o del suo comodino per svolgeva altre attività, io le dicevo ‘Alda, hai lasciato la sigaretta accesa, fai attenzione!’. ‘Non preoccuparti’ – mi rispondeva prontamente – ‘ci sono gli angeli che si occupano di me!’ Gli angeli alle nostre tavole – continua Nuti – sono portatori d’amore. Quando ci facciamo attraversare dall’amore non ci sentiamo più soli, non siamo più in lotta l’uno contro l’altro e usciamo dalla competizione della vita. L’amore e la protezione degli angeli alimentano la nostra creatività, e ci danno la forza per superare ogni difficoltà. In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui sentiamo tutto ‘il peso del mondo’ e abbiamo lo spirito appesantito, ecco che gli angeli ci portano la leggerezza e la gioia. Alda Merini è stata indubbiamente un angelo per me perché con lei ho condiviso la gioia del creare insieme.
Per questo non mi stancherò mai di proporre le canzoni del nostro ‘canzoniere’ e anzi le voglio far conoscere a un pubblico sempre più vasto. Tra i vari progetti c’è anche quello di portare in Spagna e in Francia e precisamente a Parigi lo spettacolo Mentre rubavo la vita con Monica Guerritore. Stiamo facendo tradurre alcune canzoni dello spettacolo in francese. Forse non tutti lo sanno, ma è stata la Francia per prima a candidare al Nobel Alda Merini.
Un’altra cosa a cui tengo molto è il nuovo allestimento del Poema della Croce, l’opera sacra che io e Alda abbiamo composto, lei per i testi e io per la musica e rappresentato insieme. Ora ci sarà Carla Fracci nel ruolo recitante di Maria che fu di Alda, con la regia del marito Beppe Menegatti”.

Foto di Larry Gelmini

Miracolo (sonoro) a Milano: Elettro Acqua 3D Live


Non sempre i miracoli fanno rumore: qualche volta per realizzarsi cercano angoli di pace dove poter prendere forma.
E un miracolo musicale ha preso una forma “tridimensionale” a Milano la sera di venerdì 15 marzo, quando si è tenuto il live di Elettro Acqua 3D, il progetto iper-sperimentale di Marco di Noia e Stefano Cucchi: un app-album (gratuito) interamente incentrato sul tema dell’acqua e realizzato in 3D audio, una tecnica cioè che permette un’immersione totale nella musica e dà all’ascoltatore la sensazione di trovarsi realmente circondato dai suoni, come se si trovasse davanti a una sorta di realtà aumentata.
Un progetto del genere – idealmente pensato per i viaggiatori, ma ricco di enormi potenzialità su cui l’intero mercato discografico dovrebbe iniziare a riflettere – non poteva che avere la sua trasposizione dal vivo in un ambiente che fin dal nome richiamasse il mondo acquatico e “immersivo”: ecco allora la scelta del Mare Culturale Urbano di via Gabetti, una vecchia cascina recuperata e riconvertita in luogo di incontri e manifestazioni culturali.

Una serata all’insegna della sperimentazione per il pubblico e per gli artisti stessi, che con la partecipazione del tecnico del suono Alberto Cutolo si sono cimentati nella prima esperienza live in 3D audio mai realizzata.

Un concerto, dicevo, “immersivo”, sia per il tema trattato sia per l’esperienza vissuta da ogni singolo ascoltatore presente in sala.
L’audio del concerto è stato infatti trasmesso attraverso speciali cuffie wireless fornite da SilentSystem, prima azienda leader nel mercato italiano ed europeo nella fornitura e nel noleggio di sistemi audio senza fili, mentre sul palco Marco di Noia ha avuto a disposizione anche un prototipo di microfono binaurale che consentiva di dare ai suoni un effetto tridimensionale e di simulare la percezione dei suoni nella realtà.

Ripercorrendo il viaggio raccontato nelle tracce dell’album attraverso Italia, Africa, Bosnia, India, ma anche nella Terra di mezzo di tolkieniana memoria, Di Noia, Cucchi e Cutolo hanno dimostrato come restando anche nel solco dell’indipendenza si possano realizzare piccoli-grandi miracoli all’insegna della vera sperimentazione.
La grande discografia dovrebbe prendere appunti….

“I Love You”: Ghali presenta il nuovo singolo nel carcere di San Vittore


Ad un anno da Cara Italia, Ghali torna con I Love You, il nuovo singolo in uscita il 15 marzo.

Se Cara Italia era una dichiarazione d’amore di Ghali al suo Paese, nel nuovo singolo al centro dell’attenzione ci sono le persone: un racconto che va oltre il brano, il testo e il suono, un racconto che si fa reale e sociale, tramutando in azioni concrete le parole della canzone.

I Love You nasce dalla consapevolezza che per iniziare a cambiare le cose occorre (ri)partire dall’individuo e dalla sua realtà.
Partendo dal presupposto che “ci sia un essere umano sia sotto la divisa che sotto il passamontagna”, Ghali racconta, attingendo dalla sua storia personale, che si può e si deve imparare ad amare non solo famigliari e amici, ma anche coloro che ci appaiono come estranei.
L’amore e la speranza conferiscono autentiche occasioni per cambiare e migliore indipendentemente dai luoghi e dalle circostanze: un concetto espresso sia nella copertina del singolo, dove si intravede la figura dell’artista in prigione con una palla stroboscopica legata al piede, sia nelle attività social che Ghali sta mostrando in questi giorni esprimendo il suo desiderio di dare valore sociale alle parole del brano e di stare vicino al prossimo.
Ghali ha, infatti, scelto di associare questo progetto alla Casa Circondariale di San Vittore di Milano, dove ha scelto di presentare in anteprima il singolo, sia perché legata alle esperienze personali che lo hanno coinvolto e che hanno contribuito alla sua crescita personale e alla maturazione di un messaggio positivo, sia perché ha interagito con i detenuti più giovani cercando di dare voce e speranza a chi sta vivendo un periodo di riflessione profonda ma vuole una nuova opportunità.

Cara Italia è stata una lettera d’amore al mio paese. L’intento era quello di scuotere qualcosa nell’animo di chi spesso decide le nostre sorti, di fare arrivare a loro il nostro messaggio tramite una canzone d’amore, l’inno italiano della nuova generazione. A un anno dall’uscita nulla è cambiato e ho deciso di dedicare un’altra canzone d’amore a chi mi sta affianco, alla prima persona che potrebbe cambiare le cose, al primo futuro quindi a un amico, un fratello o una sorella. Perché forse bisogna guardarsi a fianco prima di cercare di cambiare la testa di chi tra di noi non vuole mai scendere a giocare. Non ho ancora perso le speranze”.

Elettro Acqua 3D Live: il 15 marzo a Milano il primo concerto in assoluto in 3D audio

Photo Claudio Villa

Il 15 marzo al Mare Culturale Urbano di Milano (Via Giuseppe Gabetti, 15 – ore 21), Marco Di Noia e Stefano Cucchi presenteranno dal vivo Elettro Acqua 3D Live, il primo concerto in 3D audio in assoluto.
Il concerto ripercorrerà la scaletta di Elettro Acqua 3D, l’innovativo app-album nato dalla collaborazione tra i due artisti con la partecipazione del fonico ed esperto di sintetizzatori analogici Andrea Messieri.
Il live sarà introdotto dal giornalista Luca Varani, che farà un breve excursus storico sugli esperimenti binaurali, supportato da esempi audio in cuffia. Sponsor ufficiale della serata sarà LEM INTERNATIONAL SRL, titolare Silentsystem, prima azienda leader nel mercato italiano ed europeo nella fornitura e nel noleggio di sistemi audio senza fili per eventi musicali e non.

Si tratta di un evento sperimentale, uno speciale concerto a numero chiuso per 100 partecipanti, in cui sia gli artisti sia il pubblico indosseranno cuffie wireless per un’esperienza unica di musica live in realtà aumentata.
Durante il concerto i brani di synth-pop cantautorale ed elettro prog, cantati da Marco Di Noia, saranno intervallati dagli interventi di musica elettronica live electronics di Stefano Cucchi.

Sul palco sarà presente anche Alberto Cutolo, una vera autorità nell’ambiente italiano del mastering audio (ha lavorato, tra gli altri, per Mina, Laura Pausini, Jovanotti, Robert Miles, Adriano Celentano, Franco Battiato e Giorgio Gaber), che interverrà creativamente sul mix inserendo effetti binaurali in “real time”.
“Ho trovato molto stimolante la possibilità di collaborare a questo silent concert” – dichiara Alberto Cutolo – “unisce l’unicità di una performance dal vivo a materiali binaurali, che hanno fornito interessanti spunti di lavoro a mostri sacri come Pearl Jam e Pink Floyd, solo per citarne alcuni”.

L’audio della voce, dei sintetizzatori suonati e delle basi preregistrate saranno processati in tempo reale tramite computer e elaborati dal vivo. Inoltre, l’uso di microfoni panoramici ambientali posti nella sala, il cui audio sarà rimandato agli spettatori sommato a effetti binaurali, arricchiranno il concerto di una originale realtà aumentata a livello sonoro. Indossando le cuffie wireless il pubblico potrà rimanere seduto oppure passeggiare all’interno della location, godendosi il concerto.
“Sarà un’esperienza anche per noi – afferma Marco Di Noia – dato che stiamo lavorando a questo progetto da settimane e non abbiamo avuto riferimenti su cui basarci essendo una modalità del tutto innovativa. Fortunatamente, la partecipazione di un fonico di esperienza e di fama come Alberto Cutolo ci rende molto ottimisti verso l’idea di riuscire a portare ai nostri ascoltatori una nuova esperienza sonora”.
“Sono felice e orgoglioso della nuova ‘dimensione’ che sta prendendo il nostro progetto –dichiara Stefano Cucchi – dall’app-album al concerto 3d in cuffia, si aprono nuovi spazi e prospettive sonore da esplorare”.

La performance si animerà seguendo il viaggio letterario tracciato dal concept-album, un percorso in cui l’acqua, protagonista e spettatrice, partendo da Milano arriva a toccare il Kenya, Roma, la Bosnia, l’India, ma anche luoghi fantastici come la Terra di Mezzo di Tolkien, una fogna metropolitana in cui si muove il Re dei Topi di Hoffmann e Tchaikovsky o il mare delle Sirene di Ulisse. L’ambientazione geografica di ogni brano sarà anticipata ed “espansa” da un interludio in 3D audio composto in sintesi sonora e da registrazioni di ambienti (dai rumori della metropolitana a quelli della savana africana) che Marco Di Noia ha campionato durante i suoi viaggi.

Per le tematiche sociali, letterarie, ecologiche ed esistenzialiste trattate nei brani, il progetto Elettro Acqua 3D ha da poco ricevuto il patrocinio di AMREF Health Africa, la più grande organizzazione non governativa sanitaria che si occupa di salute in Africa. In virtù di questo, il disco-app, che ad oggi conta download registrati da 35 paesi del mondo, sarà presto stampato fisicamente, a supporto di AMREF, nella versione stereo, in una tiratura limitata di cd e vinili.

Il download gratuito di ELETTRO ACQUA 3D è disponibile ai seguenti link:
iOS: https://itunes.apple.com/us/app/elettro-acqua-3d/id1411416322 

Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.marcodinoia.elettroacqua3d

Broadway Celebration: il 13 marzo al Linear Ciak di Milano un evento tra musical e gospel


Mercoledì 13 marzo
 al Teatro Linear Ciak di Milano andrà in scena Broadway Celebration, uno spettacolo unico nel suo genere che vede in scena 10 tra i migliori performer di musical italiani accompagnati da un coro gospel di 200 voci.

Protagonisti dell’evento saranno i 10toBroadway, gruppo di esperti performer vocali fondato da Angelo Galeano e Marco Caselle, che ha già fatto parte di cast importanti.
Ripercorrendo tutti gli stili, dai più old-fashioned fino al musical contemporaneo, i 10toBroadway mettono le loro voci al servizio di brani celebri del più grande repertorio che si sia mai vista su un palcoscenico italiano: Rocky Horror Show, Jesus Christ Superstar, Rent, Mamma Mia!, Sister Act, Les Misérables, Miss Saigon, Cats, A Chorus Line, Hairspray, Hair, Grease, Evita, The Phantom of the Opera, Wicked.

Le 200 voci saranno composte da 3 cori gospel e saranno diretti da Alex Negro.
Il Sunshine Gospel Choir, uno tra i cori più importanti e numerosi d’Italia, verrà affiancato da 2 importanti realtà sul territorio milanese, Rejoice Gospel Choir e Onesoul Gospel Choir diretti da Gianluca Sambataro.
Ci sarà anche la partecipazione straordinaria della Matilda Italian Academy, un progetto didattico di Todomodo Music-All su licenza RSC diretto da Pietro Contorno, che prevede la formazione di centinaia di bambini, risorsa preziosa per il futuro del teatro.

La serata verrà presentata e raccontata dall’attore, cantante e showman Gabriele Cirilli.

Prezzo biglietti
I SETTORE 45€ (+ prevendita)
II SETTORE 38€ (+ prevendita)
III SETTORE 32€ (+ prevendita)
IV SETTORE 25€ (+ prevendita)
V  SETTORE 18€ (+ prevendita)

Biglietteria online www.ticketone.it